E’ passato ancora poco tempo da quando il mondo del calcio si è svegliato con un’assenza troppo importante per poter esser colmata in poche ore, un vuoto che forse potrà lentamente saturarsi ma che mai tornerà a riempirsi per la portata del personaggio. Johan Cruijff non ha lasciato solo, a 69 anni, la sua famiglia, l’Olanda, l’Ajax e il Barcellona. Ha lasciato il mondo del calcio, e per questo è come se avesse lasciato tutti noi, anche se in pochi, oggi, possono permettersi il lusso di raccontare le sue gesta per averle ammirate dal vivo. Si sono spesi fiumi di parole per la carriera di Cruijff, sul calcio totale degli olandesi, estrapolato dal contesto dell’Amsterdam rivoluzionaria degli anni ’70 e riproposto in chiave mondiale con la maglia della nazionale prima e del Barcellona poi. “Quando nel calcio camminavano, lui correva”, è il semplice ricordo di mio padre di lui, Johan, che ha incantato anche Napoli in due apparizioni che pochi menti ricordano.
La prima sfida fu contro l’Ajax in Coppa delle Fiere (poi coppa UEFA), nella stagione 1969/70. Gli azzurri vinsero a Napoli per 1 a 0 con goal di Pierpaolo Manservisi, Cruijff non giocò quella partita ma in campo per i lancieri c’era un certo Krol, che poi azzurro lo sarebbe diventato. Al ritorno il Napoli tenne botta fino ai supplementari dove poi l’Ajax dominò per 4 a 0 grazie soprattutto alla tripletta del neo entrato Suurendonk. Una sconfitta onorevole nonostante tutto, visto che il Napoli fronteggiò quella che a tutti gli effetti era l’Olanda del calcio totale, l’Ajax infatti schierò Krol, Suurbier, Hulshoff, Muhren, Keizer, Swaart e Johann, che giocò con la maglia numero 9 e non l’abituale 14, icona di se stesso nel mondo. Gli azzurri che sfiorarono l’impresa furono Zoff, Nardin, Pogliana, Vianello ( 46′ Improta ), Panzanato, Monticolo, Bosdaves (46′ Canzi), Juliano, Manservisi, Bianchi, Barison.
Il secondo capitolo napoletano di Johan fu scritto in un’amichevole. Questa volta allo Stadio San Paolo Cruijff giocò, in un Napoli-Barcellona 1-1, il 25 Maggio 1978. Davanti ai circa 20mila fortunati presenti a Fuorigrotta, nella fioca luce di un San Paolo immerso nell’oscurità della notte, eufemismo parlare di scarsa illuminazione vista l’epoca, forse non consci che si stava scrivendo comunque un pezzo di storia, uno degli ultimi tratti lasciati da Johan su un campo da gioco prima di trasferirsi negli Stati Uniti, il Napoli di Gianni Di Marzio riuscì a non sfigurare con Ferrario che pareggiò la rete del vantaggio iniziale di Chiarugi. Due ricordi che da oggi saranno indelebili per la memoria calcistica napoletana che si sa, come molti di essi, si aprono alla mente nel momento della chiusura di un cerchio, quello di Johan, che però forse somiglia più alla linea del Nieuwe Kunst per “il ragazzo che correva, quando tutti gli altri camminavano.”
Andrea Cardone
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