Allo stadio Monumental, nella casa del River Plate, l’Argentina sfida l’Ecuador. 7 punti in classifica per i padroni di casa, 6 invece per gli ospiti. Il tridente stellare schierato da Sabella, Messi – Higuain – Aguero, costringe inizialmente alla panchina Lavezzi; titolare “El Flaco” Fernandez, con il “Toro” Campagnaro pronto a subentrare nella ripresa. Pronti via, ed il pallino del gioco è nelle mani dell’Argentina: bella iniziativa all’ 11’ con Gago che apre ad Aguero, tacco ad appoggiare a Messi del Kun e sinistro della “pulce” che scalda le mani a Dominguez. Il gol è nell’aria e al 20’ la combinazione, Messi – Di Maria – Aguero, porta il Kun a siglare il gol del vantaggio, per altro in fuorigioco: scavino a tagliare l’area del laterale “merengue” e colpo sotto dell’attaccante dei “citizens” che oggi compie 24 anni. Il netto predominio argentino si concretizza in torno alla mezz’ora, quando comincia il “Messi show”: dapprima supera due avversari e serve un assist d’oro ad Higuain, abile a battere Dominguez in uscita. Due minuti dopo “El Pipita” restituisce il favore alla “pulce” che riceve il tocco di ritorno, chiudendo un azione personale, battendo per la terza volta l’incolpevole Dominguez e siglando il gol numero 74 in questa stagione. La risposta dell’Ecuador è velleitaria e sta tutta in un tiro di Benitez contrastato in corner da Fernandez; davvero poco per una formazione che mira a partecipare ai prossimi mondiali brasiliani. Seconda frazione di gara che comincia con un “giallo”: Messi pesca Aguero che supera Dominguez e viene steso; l’arbitro dapprima concede il penalty, salvo poi ritornare sui propri passi ed ammonire il Kun per netta simulazione. Al 61’ fa il proprio ingresso in campo, l’ex azzurro Ernesto Sosa subentrando proprio ad Aguero. Gli equilibri non si spostano ed il predominio locale continua, sebbene l’Ecuador ci provi con maggior veemenza, l’Argentina rischia di siglare il 4° gol proprio col napoletano Fernandez che sugli sviluppi di un corner, impatta di testa e costringe Dominguez alla parata in due tempi. Quando mancano quindici minuti al fischio finale, Sabella gioca la carta Lavezzi che subentra all’ottimo Higuain e due minuti dopo arriva il poker, firmato Di Maria: cross dalla sinistra del “principito” Sosa e sinistro incrociato dell’esterno madrileno. Calato il poker, è accademia calcistica. La Seleccion è prima nel girone a 10 punti; l’Ecuador resta fermo a 6 ma non esce ridimensionato dalla corsa ai primi posti.
Fernandez – Per Sabella, il gigante azzurro è un “titolarissimo”: è il regista difensivo e benché non sia dotato di piedi eccelsi, è propri oda questi che ripartono le azioni della Seleccion. Attento in fase di copertura e sui calci da fermo, a volte si pesta i piedi con Garay, di certo non il compagno di reparto ideale.
Lavezzi – Il suo ingresso a partita ormai conclusa, sembra un premio per la bella stagione disputata a Napoli. L’ultima con la “camiceta azul”, prossimo al matrimonio con il PSG.
Bon voyage Pochò, au revoir …
A cura di Francesco Gambardella
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