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VIDEO- Amarcord- Napoli-Lazio, “oltre le tabelle per cullare un sogno”

Il ricordo di Napoli-Lazio 1-0 del 29 Aprile 1990: il giorno del secondo scudetto

E’ stato agognato per decenni, finalmente conquistato, dimenticato, sognato ed ora nuovamente così vicino da poter essere sperato. Quello tra il Napoli e lo scudetto è un rapporto che racconta molto della nostra Italia. Un Paese nel quale dietro ad una vittoria sportiva possono persino celarsi significati di riscatto sociale e sovvertimento dei tradizionali rapporti politici ed economici. Affermazione forte ma figlia non di dietrologia o bassa retorica di campanile (combattere l’ignoranza di una certa “Lega” con le sue stesse armi è una scelta tanto stupida quanto sbagliata) ma dall’analisi di dati palesi ma spesso ignorati. Amplio con qualche dato in più quanto  già ricordato in un vecchio articolo.L’ultima città ad aver “vinto” uno scudetto al di fuori del triangolo Roma-Torino-Milano ( appunto, le capitali politiche ed economici del Paese) è stata Genova, preceduta l’anno prima proprio dal secondo trionfo partenopeo. Correva l’anno 1991. Vent’anni passati tra accuse, inchieste ed intercettazioni, scudetti revocati e assegnati a tavolino per le grandi; errori arbitrali e polemiche, fallimenti e retrocessioni per tutte le altre. Ma scavando nelle statistiche del nostro calcio, e nemmeno troppo in profondità, troviamo facilmente altri numeri che suggeriscono ulteriori riflessioni sulla scarsa “mobilità” del sistema calcistico italiano. Dei 77 campionati a girone unico della serie A ben 60 sono stati vinti dalle squadre di Torino e Milano, 65 dal triangolo allargato alle romane. Analizzando invece la distribuzione geografica degli scudetti è sorprendente osservare come a sud di Roma solo due città siano riuscite ad aggiudicarsi il tricolore: Napoli e Cagliari per tre sole affermazioni complessive. Ma il dato più significativo ha a che fare con le casse delle società più che con le loro bacheche. Prendendo in considerazioni solo i campionati dalla stagione 1997/98 -anno nel quale l’UEFA allargò a due il numero di partecipanti per ogni campionato alla più prestigiosa e remunerativa competizione europea- è strabiliante constatare che i primi due posti in classifica sono sempre stati ad appannaggio di Inter, Juventus e Milan, tranne le parentesi di Lazio e Roma. I primi tre lo sono stati sempre ad eccezione dei campionati ’97/’98 e ’98/’99 in cui Udinese e Fiorentina, rispettivamente, si sono classificate terze. E altri spunti di riflessione potrebbero essere desunti dalle “strane coincidenze” del nostro calcio. Chissà se un giorno un moderno Don Chisciotte  decida di affrontare  la propria battaglia contro i “mulini a vento”.
Tornando al Napoli e al dato più strettamente tecnico, sento la necessità di fissare con voi qualche punto fermo per analizzare con lucidità la rincorsa scudetto della squadra di Mazzarri.L’obiettivo di inizio stagione era far meglio del sesto posto dello scorso campionato e provare, magari, a raggiungere il quarto posto e la qualificazione in Champions.  La débacle di un paio di big, il maggiore equilibrio del campionato e l’eccezionale prova degli azzurri hanno però presentato alla società di de Laurentis un’occasione imperdibile: tornare dopo vent’anni in lotta per lo scudetto.  Con onestà bisogna ammettere che il Napoli paga un gap tecnico e d’esperienza evidente nel confronto con le due milanesi. Per qualità nell’undici titolare e profondità della panchina. Milan e Inter sono più attrezzate per la vittoria finale ed anche il tanto abusato argomento del presunto calendario favorevole per gli azzurri è tutto da dimostrare. Vediamo nel dettaglio. Accantonato vittoriosamente il derby con i cugini nerazzurri, il Milan dovrà affrontare l’insidiosa trasferta di Firenze per poi ritrovarsi un ostacolo significativo solo alla terzultima  con la partita dell’Olimpico con una Roma che potrebbe essere, però, già fuori dalla lotta per il quarto posto e quindi meno motivata. Ben più impegnativa  la trasferta di Udine nell’ultima giornata. E’ l’Inter, a parer mio, la squadra che gode dei favori del calendario. Nonostante il pesante 0-3 con il Milan, dovrà affrontare 4 gare casalinghe nelle ultime sette giornate ed un solo impegno ostico, la trasferta a Napoli della 37esima. Il Napoli, dal canto suo, ha il vantaggio del fattore campo nelle sfide decisive con l’Inter e l’Udinese ma deve superare le insidiose trasferte con il Palermo e l’odiata Juventus negli ultimi, e probabilmente decisivi, 90 minuti di campionato. Organici e tabelle sembrano remare contro la possibilità del Napoli di tornare campione d’Italia, relegando gli azzurri  ad una qualificazione in Champions che è comunque, bisogna ricordarlo, un successo straordinario. Il Napoli si è conquistato il diritto di sognare e i sogni, si sa, sovvertono tutte le tabelle…Per favorire il sogno scelgo di ricordare quel Napoli-Lazio che sancì la vittoria del secondo scudetto da parte di Maradona e compagni. Lo stacco di testa di Baroni che raccolse una punizione del pibe de oro e trafisse il portiere laziale Fiori, catapultò la squadra ed un’intera città in un sogno accantonato troppo presto. Alla squadra di Mazzarri il difficile compito di riaprire il libro di quella favola…

Di seguito il lungo racconto di quella giornata:

 

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