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Vialli: “Vincerà chi la interpreterà meglio, a Castelvolturno si fa innovazione: sembra Palo Alto…”

"Sarri non ha mai giocato a pallone, quindi ha un approccio scienti­fico al calcio"

Gianluca Vialli, ex calciatore della Juventus, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla “Gazzetta dello Sport”.

Ecco quanto selezionato dalla nostra redazione:

“Mi ero riproposto di non fare interviste nel caso la Juve fosse andata di nuovo in finale. Dico solo che allo Sta­dium c’è la mia foto mentre alzo la coppa e speravo che potessero mettere accanto quella di Gigi nella stessa situazione. Mi auguro che capiti a Chielli­ni, prossimo capitano. È raro che tutto il campionato sia ancora in bilico, dalla testa alla coda. Poi Juve­- Napoli è una sfida bellissima: sarebbe stato meglio se fosse stata alla penultima, ma va bene anche così. Dopo sei scudetti di fila è complicato prepararsi bene per le partite facili e non a caso Allegri alla vigilia di questi incontri ne sottolinea sempre l’im­portanza. Vincerà il gruppo che la interpreterà meglio nel suo com­plesso. Poi potrebbe esserci l’acuto di un singolo meno atte­so, come Zaza nel 2016.

L’allenatore è fonda­mentale. La tensione gestita male abbassa il rendimento del 25%, gestita bene lo alza del 25%. L’allenatore è il leader delle menti: è determinante. Io penso che sul gioco dei due tec­nici siano evidenti le influenze delle diverse estrazioni. Sarri non ha mai giocato a pallone, quindi ha un approccio scienti­fico al calcio: l’ha trasformato in una serie di schemi e giocate efficaci e spettacolari. La bravura di un allenatore sta nel trovare un metodo che ti con­senta di trasformare la teoria in pratica. Andare a Castel Voltur­no è come andare a Palo Alto: si fa innovazione, creatività. An­dare a Vinovo, invece, è come andare in un’azienda dove si fanno costantemente grandi numeri: lì si lavora per ottenere continuità nei successi, c’è me­ no creatività e più sostanza. Al­legri ha giocato a calcio a certi livelli, ha un approc­cio diverso, più realista e pratico. La Juve dà il meglio contro squa­dre dello stesso livello,  sta facendo il suo, ma è surreale pensare che ci riesca ancora dopo sei scudetti. Il Na­poli sta facendo più del potenziale, ma sa che questa è l’ulti­ma chiamata: dopo anni in cui sfiori la vittoria devi centrarla, altrimenti bisogna ripartire in altro modo. Comunque è bello che decidano i due scontri di­retti». Se vince, è finita. Se pareggia, quasi: può perdere con Inter o Roma, oppure pareggiare con entrambe. Se vince il Napoli, invece, si ribalta tutto anche se la Juve resterebbe padrona del suo destino. Ma a quel punto il Napoli le vincerebbe tutte: camminerebbe sull’acqua… E per la Juve vincere a San Siro e all’Olimpico sarebbe difficile.”

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