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Viaggio tra gli ucraini di Napoli: «Peccato per l’orario»

Piazza Municipio 84, associazione Shevchenko. Ma non è Andriy, ex fuoriclasse del Milan e della nazionale, piuttosto Tamas, scrittore e poeta, padre della letteratura ucraina. Congressi, seminari, incontri. Uno dei centri nevralgici dell’ex impero sovietico è in quest’appartamento di piazza Municipio. Ma non solo. Kosazka Sabava è un ristorante dell’Arenaccia. Letteralmente significa «Lo svago del cosacco» e oggi alle 19, promette Yuri Burko, il gestore ucraino, a Napoli da 15 anni, «saremo tutti qui a tifare Dnipro. La speranza è che passino entrambe – dice – ma quando una formazione ucraina gioca in Italia il nostro cuore è sempre per la squadra di casa. E così Dinamo, Shakhtar, Dnipro, fanno lo stesso effetto delle canzoni di Caruso ascoltate a little Italy. Shevchenko, Kosazka Sabava, hotel Terminus.

Si chiude nei pressi di piazza Garibaldi il triangolo ucraino-napoletano. Supermercati, negozi, possibilità di leggere Shepot & Krik (Sussurri & Grida) o la nostra Gazzetta edita a Pompei e rigorosamente in cirillico oppure ascoltare il Tg ucraino realizzato a Napoli e prodotto per internet. Luogo di partenza per i pullman che in trentotto ore e una manciata di soste arrivano dall’ombra del Vesuvio al granaio d’Europa. Perché spedire un pacco? – raccontano gli autisti – servirebbe una settimana. Con noi meno spese e in due giorni siete sicuri che arriva a destinazione». Da Napoli parte di tutto, dal cibo al vestiario. «Sono persone che lavorano duro – racconta Carmine Zaccaria, presidente dell’Istituto culturale ucraino – a Napoli sono tantissimi, ormai l’integrazione è totale». In Campania l’Ucraina è ben rappresentata e siamo già alla seconda generazione. Nel salernitano Daria Derkach è una stella dell’atletica e tra un anno difenderà l’Italia in nazionale, così come Maksym Obrubanskyy che l’azzurro l’ha già vestito. Dietro nomi difficilmente pronunciabili ragazzi adolescenti che parlano con spiccata cadenza campana. «I papà e le mamme dei ragazzi sosterranno sicuramente il Dnipro – continua Zaccaria – ma siate certi che nei matrimoni misti l’attaccamento al Napoli sta diventando molto forte tra i figli». Allo stadio? «Io sarei voluto andare – racconta Ivan – ma alle 19 è troppo presto, devo lavorare».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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