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Viaggio nella Campania del pallone sulla linea Napoli-Sorrento

L'organizzazione del settore giovanile è ancora un mistero

Cara, vecchia, adorata Campania! In quanti guai mi cacci! Mentre a Sorrento mi brutalizzano Gambardella, mandando il calcio in pericolo di sopravvivenza, assisto, poi, ai ludi della cortesia. Il Sindaco Cuomo ed il patron di Msc dichiarano: “tenteremo di convincerlo”. Storie di ogni anno: strafregandosene dei giovani supporter rossoneri che chiedono lo Stadio invece del parcheggio. Continuano ad arrivare, ogni anno, e non con le carrette del mare ma con eleganti navi da crociera, anziani e datati uomini di serie C. Sembrava la succursale dell’Alessandria, a inizio stagione……

Sasà Avallone, direttore sportivo, in gita di piacere nella più bella città delle marine, rimpiange di non aver centrato l’obiettivo serie B, come lui si era prefisso. Mentre Gambardella sgomita, la Pro Vercelli e Lanciano approdano in serie B.

La Paganese supera l’ultimo ostacolo e ritorna in Lega Pro, I divisione.

A Napoli il dr. De Nicola ha creato uno staff sanitario di prim’ordine ed ha già allertato fisioterapisti e massaggiatori sia per le visite mediche dei nuovi arrivi che per il ritiro di Dimaro in Trentino.

Cara vecchia Campania, quante me ne combini!

L’ho chiesto a Salvatore Colonna, presidente del Comitato Regionale Campania della FIGC al convegno da Feltrinelli a Pomigliano per la presentazione del libro di Raffaele Ciccarelli “Più difficile di un Mondiale”: “Quanta colpa ha la gente minuta, spicciola, il tifoso, lo appassionato, il giocatore in se e per se?” L’ho chiesto a Don Aniello Manganiello, il sacerdote che ha scritto il libro, edito da Rizzoli: “Gesù è più forte della camorra”: “E quanta altra invece il dirigente? Colui che dovrebbe condurre e non conduce, colui che dovrebbe fissare il tema e non fissa?” Michele Pisani, brillante moderatore del convegno, mi da il microfono, mi chiede di intervenire. Lo faccio con piacere ed alimento il dibattito ed ascolto vecchi amici di calcio, uomini di campo come Nino Scarfato,  presidente regionale degli allenatori di calcio, Felice Mollo, l’allenatore della Berretti del Napoli, l’anno scorso Campione d’Italia e quest’anno eliminato dalla supercorazzata Inter, a sua volta, poi, Campione d’Italia e dulcis in fundo, certamente, e senza alcun pizzico di faziosità, l’allenatore più conosciuto in Campania, Franco Villa. Il discorso esula dalla bellissima storia degli Europei di calcio, scritta da Raffaele Ciccarelli e scivola sul tema del momento, le scommesse, le partite truccate, taroccate, vendute e comprate. Dall’amarcord di tanti anni fa ai giorni di oggi poco è cambiato: i maneggioni ed i mestieranti, gente perfida, ben protetta, spiano e speculano. Su tutto e con un cinismo, e una disonestà che li ha portati nel carcere di Cremona. Maneggione (o accattone) non è il calciatore che per sbarcare il suo difficile lunario, gira ed osserva (ho incontrato un vecchio amico che giocava a Crotone, inviato dalla Reggina sui campi napoletani), non è il tecnico rimasto senza posto e quindi adattatosi a scoprire talenti (il comunicato ufficiale del CRC è ogni settimana pieno di raduni per giovani calciatori con inviati ex calciatori, oggi al servizio delle società di A e B); questi fanno parte del mondo naturale dello sport, vi appartengono di diritto; devono restarci. Maneggione è chi si spaccia per dirigente e non lo è, per osservatore e non lo è. Maneggione è colui che ha, per tanti anni, cambiato i risultati alle partite, spacciando per vere mille menzogne.

In questi due convegni, grazie al libro di Raffaele Ciccarelli, a Pomigliano e a Casoria, ho chiesto a Salvatore Colonna, di parlarne con Gianni Rivera, (finalmente i campioni nei ruoli chiave del calcio) ma anche a Baggio e Albertini: “se secondo loro centra in questo discorso del calcio marcio e malato la Lega: professionisti, Lega Pro o regionale che sia.”

Sostengo convinto che se questi organismi non operano selezioni, se non aiutano i tecnici e i giocatori locali ad essere utilizzati, se si prestano al caos che esiste, si fanno corresponsabili dello andazzo e allora conviene intervenire. Abete è a Danzica, spero che l’avv. Salvatore Colonna gli faccia leggere quanto stiamo scrivendo.

In Campania c’è odore di bruciato ma non nelle società, non nei calciatori, non nei veri talent scout ma in “un giretto” non ancora individuato e non ancora in fuori gioco.

Sfilano davanti al procuratore federale e nelle Procure di Cremona (Di Martino e Salvini i magistrati), di Bari e Napoli non certo il meglio del calcio italiano.

Il calcio, comunque, non viene difeso, come dovrebbe essere giusto. Continua a peregrinare “l’Internapoli Camaldoli”, dal Kennedy a Marano, adesso sembra voglia approdare a Pozzuoli e giocare al “Domenico Conte” di Arco Felice. Se potessero utilizzare il Collana e gli altri centri sportivi chiusi a Napoli, il presidente Di Marino ed anche i presidenti Di Micco (Campania) e Moxedano (Neapolis), potrebbero programmare per Napoli, una seconda squadra perlomeno in serie B.

Bisognerebbe, invece, dire alle società di Lega Pro e a quelle di B di non spendere troppi soldi al nord ma guardarsi attorno.

Continuo ad insistere con una mia invenzione: il mercato del calcio meridionale, girando tra il Terminus ed il Vesuvio. E’ anche una necessità sociale immediata. Bisogna dirlo a De Laurentiis e sperare che gli venga il prurito di volerlo organizzare. Il Presidente potrebbe ottenerlo ma occorre coinvolgere le Televisioni, Sky, Sportitalia, Mediaset, Rai, Gazzetta Tv, etc.

Qual è la ragione del “congelamento” del settore giovanile del Napoli? Non arrivano risposte. Non ci sono notizie. Trapela l’interessamento del Sudtirol per Adolfo Sormani, l’allenatore della Primavera del Napoli. Non c’è un solo tecnico, osservatore, caposservatore che sappia se verrà confermato. Chi sarà il responsabile del settore giovanile del Napoli? Corre voce che Aurelio voglia chiedere a Grava, con papà Adriano suo tutor iniziale, se vuole un altro anno di contratto oppure intraprendere questa nuovissima esperienza; oppure ritorna Peppe Santoro che Mazzarri non mollerà mai, o ancora Gigino Caffarelli, oppure soluzione interna con l’affidamento del settore ai segretari Barresi e Mozzillo. Verranno confermati i tre tecnici napoletani che tanto bene hanno fatto con Berretti, Allievi e Giovanissimi (quest’ultima alla final eight di Chianciano), cioè Felice Mollo, Nicola Liguori e Ciro Muro? E poi Cimmaruta, Sorano, Cusano, Coppola oppure Roccati; Maddaloni, invece, proposto al Napoli è in Cina, nello staff di Lippi.

Bisogna scoprire il calcio di casa nostra. Tutto si muove nella filosofia dei direttori di sezione indicata da De Laurentiis; Sarracino per esempio sarà il responsabile dell’area gestione, Fassone, passato all’Inter, non sarà sostituito nel ruolo di direttore generale. Nicola Lombardo, invece, è il nuovo responsabile dell’Area Comunicazione, Informazione e Stampa.

Alla prossima………

Nando Troise

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