Katherine Esposito è una delle prime 100 ricercatrici di Endocrinologia al mondo e insegna nella facoltà di Medicina della Seconda Università di Napoli. È esperta, tra l’altro, di metabolismo.
Che problemi potrebbe avere Cavani avendo poco tempo per smaltire il jet lag?
«Dopo uno spostamento tanto rapido attraverso i fusi orari, per un organismo normale, ci vogliono due o tre giorni per ritrovare il ritmo biologico normale. Per un atleta i tempi potrebbero ridursi. Ma certamente si potrebbero avere problemi per la concentrazione e, in misura minore, per la condizione fisica».
Ma ci sono rimedi per riprendere rapidamente la condizione ottimale?
«Bisogna restare esposti a lungo alla luce per resettare l’orologio interno. C’è poi una sostanza non dopante, la melatonina, la cui assunzione può consentire di accorciare i tempi di recupero».
Viaggiare così frequentemente, spostandosi da un continente all’altro, è motivo di stress?
«Lo è sicuramente: ci sono stati numerosi studi recenti proprio sull’impatto dei viaggi sugli atleti. La comunità scientifica si è, cioè, interessata molto a questo fenomeno. La cosa importante è focalizzare ogni singolo caso».
Questo viaggio allora cosa ci dice?
«Venendo da Est Cavani deve assecondare il suo organismo per quanto riguarda il sonno. Appena arrivato anche un sonnellino ristoratore può aiutarlo. Giocare di sabato sera può essere comunque un vantaggio in termini di tempo per recuperare».
Vogliamo rassicurare i tifosi azzurri?
«Lo sono anch’io e mi auguro tre gol del Matador. Scherzi a parte: è un atleta e l’allenamento lo aiuterà ad essere al meglio».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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