Deferimento choc per il Genoa per quanto successo nella partita contro il Siena disputata allo stadio ferraris il 22 aprile scorso: il Procuratore federale ha infatti deferito per violazione dell’articolo 1 del Codice di Giustizia Sportiva il presidente Enrico Preziosi, il club per responsabilità oggettiva e ben 16 giocatori: tutti quelli che erano in campo quel giorno e che, accogliendo le pretese degli ultrà, si tolsero la maglia. La Procura della Figc ha deferito poi alla Disciplinare anche il dirigente Francesco Salucci.
Tutti i 16 giocatori: Frey, Granqvist, Rossi, Palacio, Mesto, Bovo, Kucka, Gilardino, Biondini, Pinto Veloso, Bischofe, Birsa, Kaladze, Cristobal, Sculli e Antonelli sono quindi responsabili di quanto accaduto all’8′ del secondo tempo, quando il Genoa perdeva 4-0. In quel momento un gruppo di ultrà lasciò la gradinata Nord e invase i Distinti; si arrampicò sui cancelli e minacciando i calciatori ordinò loro di togliersi la casacca. «Non ne siete degni…». I giocatori, dopo un lungo parlamentare e in accordo con la società, accettarono.
Per la Procura, però, proprio con quel gesto i tesserati hanno violato l’articolo 1 del Codice di Giustizia Sportiva, quello che sancisce i principi base dello sport: «Le società, i dirigenti, gli atleti, i tecnici devono comportarsi secondo i principi di lealtà, correttezza e probità in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva».
Il Genoa rischia adesso da un’ammonizione a una penalizzazione di uno o più punti in classifica; mentre dirigenti e giocatori da un’ammonizione a una squalifica. La società al momento non commenta. «Prima vogliamo leggere gli atti», ha dichiarato l’amministratore delegato Alessandro Zarbano; ma è probabile che la difesa invocherà la circostanza che i giocatori agirono sotto la minaccia degli ultrà, per evitare conseguenze che avrebbero potuto essere più gravi.
Per il Procuratore federale, invece, i giocatori «hanno ceduto a un’illegittima pretesa loro rivolta, di fatto legittimando un comportamento violento, intimidatorio ed aggressivo da parte dei medesimi sedicenti tifosi».
In particolare poi per il coinvolgimento del presidente Preziosi, il Genoa è stato deferito per «responsabilità diretta». Al patron viene infatti contestato il fatto di «aver invitato e, comunque, consentito che i propri calciatori consegnassero le magliette di gioco».
Posizione diversa dai propri compagni di squadra è inoltre quella di Giuseppe Sculli, che tra l’altro fu l’unico a non togliersi la maglia e ad arrampicarsi sulle gradinate per parlare con gli ultrà. Secondo la Procura, però, avrebbe «reso dichiarazioni non veritiere, in quanto a conoscenza dell’organizzazione preventiva della contestazione, nonchè della preordinazione dei tumulti perchè riferitagli direttamente da uno dei capi ultrà della tifoseria del Genoa e per aver poi intrattenuto contatti con alcuni esponenti della tifoseria ultrà locale».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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