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Via al processo, il Napoli in attesa di giudizio

Gianello vuole patteggiare, la società rischia una multa e una penalizzazione

Le uniche certezze, il processo al calcio scommesse che fa tremare il Napoli e che stamane a Roma alle 11 aprirà le porte ad avvocati e imputati, le regala già prima di iniziare. La prima è che il club azzurro, Gianluca Grava e il capitano Paolo Cannavaro respingeranno qualsiasi ipotesi di patteggiamento che dovesse proporre Stefano Palazzi. Il secondo punto fermo è che, invece, Matteo Gianello, assistito dal suo legale Eduardo Chiacchio, è pronto a discutere l’ipotesi di un accordo con il procuratore federale. L’ex terzo portiere azzurro per il tentato illecito da lui ammesso sia davanti ai pm della procura di Napoli che dinnanzi agli 007 federali in sede istruttoria, rischia la pena massima: la radiazione. Come è noto, avrebbe alla vigilia di Sampdoria-Napoli del 16 maggio 2010 tentato (solo tentato dopo aver detto di sì a Silvio Giusti, ma per la giustizia sportiva mordi e fuggi cambia poco) di combinare il match. Ovvio, quindi, che essendoci in ballo la sua carriera futura (vuole fare l’allenatore) è disposto a trattare anche un eventuale lungo stop, dai due ai quattro anni.

I legali del Napoli (Mattia Grassani), di Cannavaro jr (Ruggiero Malagnini) e di Gianluca Grava (Luisa Delle Donne) intendono invece andare in dibattimento per mettere in dubbio la credibilità e le parole di Gianello. È questa la strategia e la volontà imposta fin dal primo momento dal patron Aurelio De Laurentiis. «Mai e poi mai Gianello ha proposto a Cannavaro e Grava di combinare la partita», la strenua difesa dei due azzurri. Le ammissioni di Gianello sono alla base del procedimento che porta alla sbarra il club azzurro, costretto a rispondere per responsabilità oggettiva dalle accuse di omessa denuncia (per Cannavaro e Grava) e di illecito sportivo (quello per cui è imputato Gianello).
La tattica del club è chiara: si va dritti in giudizio alla ricerca dell’assoluzione. O la va o la spacca. In tal caso il procuratore Palazzi potrebbe richiedere il -2 in relazione alla responsabilità oggettiva che il club sarebbe costretto ad accollarsi per l’illecito tentato e andato a vuoto di Gianello.
Per l’omessa denuncia c’è solo l’ammenda, dai 200 mila euro a salire. Se è vero, ma loro negano anche il rifiuto, che Cannavaro e Grava hanno ricevuto e rispedito indietro indignati la proposta di Gianello di combinare Samp-Napoli, i due avrebbero dovuto informare gli inquirenti federali. I giocatori rischiano fino a quattro mesi di squalifica tenendo conto del recente precedente del tecnico juventino Antonio Conte dinnanzi al Tnas.
Il Napoli non ci sta. Uscito completamento pulito dalla minuziosa indagine della Procura napoletana, non intende macchiare la propria immagine con una penalizzazione. I tempi sono brevi: la sentenza della Disciplinare potrebbe arrivare già tra sette giorni. C’è poi il secondo grado: Corte di Giustizia federale. Quindi, l’arbitrato del Coni.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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