Parliamone: dal vivo. Perché dopo due mesi di telefonate chilometriche, dopo ore ed ore attraversate sentendosi un giorno sì e l’altro pure, ritrovarsi aiuta. Parliamone e l’hanno fatto quasi senza sosta: pranzo a Castelvolturno, cena a Castelvolturno, faccia a faccia nel silenzio, accolti dai propri uffici e dai block-notes e dai computer nei quali c’è la sintesi della scrematura di Benitez, che ha confessato attraverso il proprio sito tutto ciò che si può dire. «Ho fatto ritorno a Napoli e ho tenuto alcune riunioni con lo staff e con Bigon, con i quali sono rimasto comunque in contatto quotidiano. Vi assicuro, come già detto, che le mie motivazioni sono quelle dell’anno scorso, nello stesso periodo» . E allora, breafing doveva essere e vertice è stato: per aggiornarsi su Michu (28) e anche su Lucas Leiva (27), per fare i conti su quel che costerebbero – d’ingaggio – per aver certezza sulla loro utilità, per lanciarsi in quel futuro che ormai sta per arrivare, perché da domani… «Vogliamo continuare a crescere e a migliorare e stiamo lavorando per questo. Su tutti i fronti. Anche sulle infrastrutture…».
REDS. Però c’è la squadra. Lucas Leiva non ha segreti per Benitez, che di Liverpool sa già tutto e che al brasiliano con passaporto italiano ha, come dire?, ha concesso il «visto» nel 2007 per vestirsi di reds. L’ipotesi resta viva e la pista percorribile, ma lo stipendio di Lucas Leiva è un fattore per nulla irrilevante: lo sforzo è stato messo in preventivo, ma serve anche la partecipazione del Liverpool, che in questo momento ha abbondanza a centrocampo e che, nonostante il benessere tipicamente inglese, riflette su quell’ingaggio sontuoso riconosciuto al centrocampista appena un anno fa. Gli indizi, in casi del genere, aiutano o possono farlo: i frequentatori di twitter hanno scoperto che dal profilo del calciatore è scomparso il logo del Liverpool e tutto serve in giorni in cui c’è il nulla per aggrapparsi ad un suggerimento virtuale.
PRENDI UNO. Poi c’è la necessità di avere un centravanti multiuso, un uomo in grado di sostituire Higuain e però di sdoppiarsi per andare a fungere da trequartista, infilandosi tra le linee: il Pandev del futuro, insomma. Quel Miguel Perez Cuesta, in arte Michu, è un’idea avanzata: se n’è parlato e si procede a dialogare (a distanza), scegliendo il prestito con obbligo di riscatto come soluzione ideale. Altrimenti c’è anche André Ayew (25) dell’Om, che rispetto allo spagnolo di stanza allo Swansea è assai più seconda punta ed assai meno poliedrico.
Fonte: Corriere dello Sport
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