Il mito del viaggio, dopo tutto, può essere declinato anche in chiave pallonara. Sei ore di volo, quattromila chilometri: l’Italia è lontanissima ma le tensioni del campionato no, e qui in Qatar, nuova frontiera da esplorare aspettando i Mondiali del 2022 (ma quanti dei protagonisti di oggi saranno ancora con le scarpette ai piedi tra otto anni? Occhio e croce, nessuno), Juve e Napoli sono in cerca di qualcosa. I bianconeri del primo trofeo dell’era Allegri, banalmente, magari aspettandosi un piccolo aiuto dal Milan tanto per andare in vacanza un po’ più comodi rispetto al virtuale +1 sulla Roma in caso di successo-risposta dei giallorossi. Quanto agli azzurri di Benitez, beh il discorso è più semplice: il viaggio per ritrovare se stessi.
Un’identità, il gioco dei giorni migliori (Napoli-Roma resta la partita di riferimento), e magari un successo che possa chiudere i conti con il passato e un altro volo, sulla rotta Napoli-Pechino. E’ il viaggio più lungo della stagione: poco più di tremilaottocento chilometri per fare da Napoli a Doha, qualcosina in più per arrivarci da Torino avendo fatto prima scalo a Cagliari. All’appuntamento in Qatar il Napoli arriva dopo aver percorso già oltre ventimila chilometri, mentre la Juve è poco sotto i diciassettemila. Ogni viaggio, una storia. Ogni trasferta, un momento chiave nella stagione delle due finaliste.
Le rotte della Juve. Atene, prima di sbarcare qui in Qatar, il viaggio più lungo e più insidioso. Perché perdere a Madrid, nel fortino dell’Atletico e di Diego Simeone, poteva anche starci, ma cadere in casa dell’Olympiacos, restando a tre punti in tre giornate, poteva complicare di molto il cammino in Champions della banda di Max Allegri.
E oggi che la Juve si lascia scaldare dal tepore del deserto, sembra lontanissima Istanbul e la sua neve che a dicembre di un anno fa, settimana più, settimana meno, congelò le speranze di Conte di ripetere il cammino della stagione precedente, quando la sua Juve si era spinta addirittura ai quarti di finale. E in valigia, facendo su e giù per lo Stivale, ci sono bei ricordi – il blitz a San Siro con il Milan, l’autoritario 3-0 all’Olimpico con la Lazio – ma anche le poche incertezze di questa prima parte di stagione: il pari di Reggio Emilia con il Sassuolo, la beffa all’ultimo secondo di Marassi con il Genoa, il passaggio a vuoto di Firenze contro la banda Montella.
Le rotte del Napoli. Il viaggio più lungo degli azzurri, prima di Doha, è stato anche quello più doloroso. Perchè è a Bilbao, in quella maledetta sera di fine agosto, che la stagione del Napoli ha preso tutta un’altra direzione: doveva giocarsi la Champions, la squadra di Rafa, invece si è ritrovata in Europa League senza il ricco assegno del market pool dell’Uefa, una torta che la Juve, con la Roma, ha gustato tagliandosi una fetta più grande.
Il campionato azzurro s’è aperto con la valigia in mano e il blitz in casa del Genoa. Lontano dal San Paolo non sono mancati passaggi a vuoto (il ko di Udine e l’ultimo, a San Siro contro il Milan di Pippo Inzaghi, o il pari con la Samp in rimonta), ma in viaggio il Napoli s’è regalato anche serate speciali come a Firenze, con una magia di Gonzalo Higuain. Magari nel trolley estivo per il Qatar il Pipita ha infilato qualcuno dei suoi colpi migliori.
Fonte: Il Corriere dello Sport
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