Napoli – La pura legge del turn-over la impone il calcio del Terzo Millennio, perché quando Napoli-Verona è appena finita sta per cominciare Atalanta-Napoli: si gioca dopodomani sera, e ci sono settantadue ore per recuperare, per addentrarsi nelle pieghe di un organico che è largo, abbondante, ma che non può prescindere da alcune indicazioni suggerite dai tabulati. La dura legge del turn-over è inevitabile, perché poi quando a Bergamo si chiuderà una sfida se ne aprirà un’altra ancora, e stavolta sarà quella con la Roma, e ci sarà in palio una bella, larga fetta della stagione.
FUORI. Non ci sono Zuniga e Britos ed è assai difficile che ci siano mercoledì sera e magari anche sabato prossimo: dunque, a sinistra, voglia a no, deve ingegnarsi Ghoulam, al momento l’unico in grado di potersi impegnare su quella fascia martoriata dalla sorte. Magari l’emergenza può introdurre l’idea Mesto, ma è ipotesi secondaria. La difesa a destra, per consentire a Maggio di rifiatare, ha Henrique buono anche per il ruolo e l’opzione è valida per Bergamo. In mezzo non si scappa: Albiol e Koulibaly, che corrono di meno, che possono garantire comunque la loro presenza da un campo all’altro.
CENTROCAMPO. Inler ha avuto modo di accomodarsi in panchina ieri serta, David Lopez lo ha fatto giovedì scorso a Berna. Contro l’Atalanta, Seguendo il metodo di Benitez, tocca a Inler e allo spagnolo, quasi sicuramente, per avere i due sufficientemente freschi dopo tanta rotazione. Là, nel cuore del centrocampo, si corre tanto, in avanti e in indietro, e dunque il minutaggio incide in maniera determinante.
RIECCOLO. Il ballottaggio di sempre è sulla fascia sinistra e stavolta Mertens parte in lieve vantaggio su Insigne, con Callejon che ha nelle gambe la forza esplosiva per farne tre di seguito dall’altra parte e Hamsik che, baciato dall’euforia del momento, difficilmente verrà tenuto fuori. Ma c’è anche da verificare se val la pena chiedere a Higuain di fare gli straordinari: improbabile che Benitez scelga da solo di spezzare l’incantensimo, perché la favola del pipita è appena ricominciata. Due giorni per pensarci e stavolta forse non serve neanche il cuscino.
Fonte: Corriere dello Sport
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