Il Napoli di Benitez va all’assalto del Bentegodi. Si preannuncia una partita caldissima, una sfida tanto attesa dalle due tifoserie, che non si incontrano dall’ormai lontano 2007 in un match terminato 1-3 per gli azzurri che significò Serie A per il Napoli e Serie C per il Verona. “Rabbia, cattiveria e sudore… Domenica non è una partita ma una questione d’onore”. Questo lo striscione esposto giovedì da una frangia di tifosi azzurri all’allenamento a porte aperte al San Paolo. Tra intrecci di mercato (con Jorginho molto vicino a vestire la maglia azzurra) e un ambiente caldissimo, Napoli-Verona non sarà mai una partita normale e lo sa anche la prefettura che ha messo a punto un piano specifico che prevede straordinari provvedimenti viabilistici temporanei, che limiteranno la circolazione nell’area dello stadio Bentegodi e tanta polizia a pattugliare. Ci saranno tifosi non solo da Verona ma anche da tutto il Nord Italia, la giornata sarà veramente particolare.
4-3-3, GIOCO SPETTACOLARE – Ma adesso andiamo a scoprire il Verona, una splendida realtà, la più grande sorpresa della Serie A. La squadra di Mandorlini è in piena zona Europa League, con ben 32 punti, frutto di 10 vittorie, 2 pareggi e 6 sconfitte. Un girone d’andata a dir poco trionfale, che probabilmente all’inizio della stagione nessuno si sarebbe aspettato. Il Bentegodi è il fortino dell’Hellas che ha vinto otto volte su nove e perso solo con il Chievo nel derby, mentre fuori casa il ruolino vede 2 vittorie, 2 pareggi e 5 sconfitte. Contro le grandi fino ad ora il Verona ha ottenuto zero punti, perdendo contro Juventus, Roma, Fiorentina ed Inter, ma sempre fuori casa. Numeri alla mano gli scaligeri hanno un attacco da grande squadra, con 34 reti segnate, mentre la difesa, soprattutto lontano dal Bentegodi, a tratti soffre, sono infatti 27 i gol subiti. La squadra di Mandorlini è rodatissima, ci sono tanti elementi chiave protagonisti dell’irresistibile cavalcata dalla C alla A, come Maietta, ma anche Moras, Martinho e Hallfredsson che c’erano in Serie B. Il successivo innesto di giocatori importanti come Iturbe, Toni e Romulo ha regalato tanta qualità. Jorginho è l’elemento chiave della squadra: il giovane brasiliano è il classico centrocampista moderno, bravissimo negli inserimenti, ma anche nel far circolare la palla e regalare geometrie alla squadra, mentre è carente in fase di rottura. Nel 4-3-3 di Mandorlini a spiccare sono centrocampo e attacco, dove la qualità è tanta: in mezzo al campo Romulo è bravo sia negli inserimenti che a rompere il gioco, Jorginho è il tuttofare, mentre a sinistra l’islandese Hallfredsson regala qualità e quantità. In attacco all’imprevedibilità del giovane Iturbe si aggiungono la velocità e la duttilità di Martinho (o Gomez) e l’esperienza di Toni, che in Veneto sta vivendo una seconda giovinezza, con nove reti all’attivo e tante partite da protagonista. Luca sogna il mondiale e chissà che Prandelli non faccia un pensierino al riguardo.
PROBABILI FORMAZIONI – Il Napoli è la prima big a sfidare il Verona al Bentegodi, non sarà una partita facile, ma di sicuro gli azzurri possono battere quella che è sicuramente un’ottima compagine, ma non una corazzata. Benitez deve far fronte alle solite, pesanti assenze di Reina, Zuniga, Mesto, Cannavaro e Behrami, ha recuperato Hamsik che però dovrebbe partire dalla panchina. La formazione sarà quella che ha battuto la Sampdoria a domicilio con i soliti due ballottaggi: Armero-Reveillere, con il colombiano favorito e Pandev-Insigne, con il macedone in vantaggio. I restanti sono tutti confermati. Questa la probabile formazione: Rafael; Maggio, Fernandez, Albiol, Armero; Dzemaili, Inler; Callejon, Pandev, Mertens; Higuain. Nel Verona pochissimi dubbi, in portà ci sarà Rafael, in difesa Cacciatore, Maietta, Moras e Agostini, a centrocampo Romulo, Jorginho e Hallfredsson, mentre in attacco sono certi del posto da titolare Iturbe e Toni e a giocarsela per l’ultima maglia ci sono Juanito Gomez e Martinho, con il secondo in vantaggio. L’unico ex di giornata è Donadel, in panchina. “Non è una partita, ma una questione d’onore”…
A cura di Dario Gambardella
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