L’ex commissario tecnico dell’Italia, Gian Piero Ventura, è stato intervistato da Sky Sport per parlare della sua ultima parte di carriera, dalle dimissioni con la Nazionale a quelle rassegnate pochi mesi fa col Chievo: “Sono andato a Verona per amicizia, con un programma che prevedeva determinate cose. Quando ho constatato che era difficile realizzarle ho lasciato, ma i giocatori sono stati straordinari per impegno. Quando sono arrivato, c’era mancanza di condizione e di convinzione, ma in quel mese abbiamo fatto bene. C’era voglia di riprendere. Il mio gesto era di amicizia verso Campedelli, con cui ho un ottimo rapporto da tanti anni. Gli auguro di riuscire a salvarsi, la storia del Chievo negli ultimi 18 anni è straordinaria. Non ho pensato di lasciare la Nazionale dopo la sconfitta in Svezia, ma avevo ufficializzato che in caso di qualificazione non sarei andato ai Mondiali. Non c’erano i presupposti per lavorare e l’aspetto tecnico era l’ultimo dei problemi. Avrei potuto farlo prima, dopo la Macedonia. Ho perso solo due partite in un anno e mezzo, solo con Spagna e Svezia, non c’erano più i presupposti per continuare. Non c’è stato alcun ammutinamento da parte dei calciatori, su questa cosa sono state dette un sacco di bugie e questo mi ha ferito più di tutto. Ho pensato anche di querelare per certe bugie. Mi sono chiesto come mai siano uscite queste cose. In un mese, al Chievo, abbiamo fatto un grande lavoro sulla testa di ogni giocatore e Di Carlo ha trovato una squadra in grado di giocare 90′ ad alta intensità. Capisco se i giocatori si sentano traditi, ma questo è uno dei gruppi con cui ho lavorato meglio. Penso che le parole di Pellissier sono state dettate dalla delusione. Hanno accomunato la mia immagine a quella del ct e non a quella dell’allenatore, parliamo di un anno e mezzo contro 34 anni. Ho voglia di continuare a fare quello che ho sempre fatto, rimettermi in gioco perché ho il fuoco dentro. Non ho vinto nulla, ma ho sempre trasmesso un’immagine di serenità e concretezza e vorrei concludere con professionalità“.
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