Il lato B (con rispetto parlando) del mercato è rivolto alla panchina e il tourbillon di voci che inevitabilmente si scatena coinvolge chiunque, portiere compreso. Mani in alto, non c’è che dire: perché la verità è innegabile e Antonio Rosati, ventinove anni, dopo una stagione in panchina, ha scoperto che dentro di sé s’è riaccesa la speranza di giocare, che il tempo non va lasciato scivolare via standosene in un angolo ad aspettare che piova dall’alto qualche minuto di gloria. Un anno da dodicesimo – ma con la maglia numero 83 – gli è valso novanta minuti di gloria, a Firenze, nella notte dello 0-3: ma con un De Sanctis così, un mostro di regolarità fisica, un professionista che non tralascia nulla pur di esserci ad oltranza, diventa complicato.
LE RICHIESTE – Rosati a Lecce s’è guadagnato estimatori in giro e alla finestra c’è chi sta aspettando l’evoluzione del mercato per accomodarsi al tavolo del Napoli e parlare: il Torino, ad esempio, ha già lasciato trapelare qualche intenzione e la chance di potersela giocare con una ex grande appena rientrata in serie A non dispiace assolutamente a Rosati. Adesso, è una indicazione, quasi uno spiffero: ma quando cominciano a circolare le voci, vuol dire che un fondo di autenticità esiste. Poi partiranno le riflessioni, magari anche qualche smentita: intanto il valzer dei numeri uno non è ancora cominciato, qualcosa può succedere ovunque, c’è un cantiere aperto e dunque una varietà di soluzioni che possono spuntare. Per il momento, l’estate va attraversata a pugni chiusi, senza lasciarsi travolgere dall’ansia, avendo consapevolezza che un futuro possa esistere, anzi esista, e…
L’ALTERNATIVA – Che qualcosa stesse per cambiare, s’era intuito già nel corso dell’inverno, quando il Napoli – attento agli sviluppi – ha cominciato a seguire Leali, l’enfant prodige del Brescia poi finito alla Juventus. Un eventuale investimento in prospettiva, certo, ma anche la spia dell’attenzione concentrata su un ruolo complicato e con un limitato numero di interpreti in Italia. E allora, è cominciata la selezione all’estero, andando a verificare la consistenza di uomini già seguiti in passato e magari da rivedere per valutarne la crescita.
VENTO DELL’EST – Il cervello (e il data base di Castelvolturno) conservano qualsiasi indicazione emersa nel corso dell’ultimo triennio, quello griffato dal tandem Bigon-Mazzarri. Un anno fa, quando inziarono le «selezioni» per l’alternativa a De Sanctis, un secondo affidabile e anche però che potesse un giorno garantire un avvicendamento, spuntò il nome di Ciprian Tatarusanu (26), un gigante di un metro e novantaquattro che s’è messo in luce sia in Steaua-Napoli (3-3) che nella gara di ritorno, quella risolta da Cavani con rete al 94’ e che valse per gli azzurri, all’epoca, la qualificazione ai sedicesimi di Europa League. Il Napoli non ha mai perso di vista quell’interminabile estremo difensore che lo fece dannare e ora che si sta per riproporre la possibilità – la necessità – di dover «precettare» un uomo e consegnarsi nelle sue rassicuranti mani, Tatarusanu è tornato prepotentemente di moda: non è più un ragazzo, vero, ma non è neppure avanti d’età; e poi ha esperienza internazionale, costa un po’ (tre milioni di euro) ma è un prezzo accettabile e può costituire un partner consistente per De Sanctis. Le idee arrivano dall’Est.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.