Ora è ufficiale. Gli americani rinunciano a una tappa italiana delle World Series di Coppa America. L’evento cancellato si sarebbe dovuto tenere nel maggio del 2013, all’ombra del Vesuvio. A questo punto resta in programma solo l’appuntamento di aprile (che si terrà nella settimana dal 16 al 21): dovranno contenderselo Napoli e Venezia. È tutto nero su bianco, sul sito ufficiale dell’America’s Cup, nella pagina dedicata al calendario di eventi. La decisione, nell’aria da qualche settimana, costringe gli enti locali ad accelerare: per aggiudicarsi la kermesse occorrono i quattrini, da reperire a stretto giro.
Ecco il motivo del vertice urgente convocato ieri in Regione e andato avanti per molte ore, fino a notte fonda. L’assemblea dei soci ha visto seduti attorno allo stesso tavolo i rappresentanti di Regione, Provincia, Comune, Unione Industriali, il manager di Acn Mario Hubler e il presidente della Camera di Commercio Maurizio Maddaloni. Una partecipazione, quest’ultima, che appare strategica: l’ente camerale potrebbe entrare nella società incaricata di organizzare l’evento mettendo a disposizione una parte delle risorse economiche necessarie. Una delle condizioni per centrare quest’ obiettivo è la modifica dello statuto di Acn: non dovrà occuparsi esclusivamente delle regate ma diventare un contenitore di eventi, da utilizzare anche in altri periodi dell’anno e per svariate iniziative (come aveva proposto, al termine della kermesse 2012, l’allora amministratore Paolo Graziano). In questo modo si potrebbero recuperare fondi che la Provincia, principale sponsor economico del contratto, rischia di non poter erogare (in quanto ente ormai in dismissione, peraltro guidata oggi da un facente funzioni, Antonio Pentangelo, dopo le dimissioni dell’ex presidente Luigi Cesaro).
La trattativa, dunque, resta aperta. Gli americani chiedono che le risorse siano disponibili già entro la fine dell’anno mentre gli enti locali spingono per rinviare a tutto alla primavera del 2013, ovvero ad evento concluso. L’altro nodo da sciogliere riguarda gli sponsor. Per coinvolgerli – una sfida a cui Hubler sta lavorando senza sosta – è necessario assicurare tempi e modalità certe. Altrimenti si ripeterà il copione del 2012, quando l’organizzazione e il costo delle regate sono stati quasi del tutto a carico delle amministrazioni pubbliche. Ciò nonostante, come dimostrato da uno studio della Deloitte, la manifestazione è stata un buon investimento: a fronte di una spesa di 12,2 milioni (7,2 milioni di fondi europei e i restanti stanziati da Regione, Provincia e Comune) è stato stimato un rientro di circa 36 milioni a cui bisogna aggiungere l’operazione di rilancio dell’immagine del capoluogo partenopeo e dell’intera Campania. Nel mese di aprile del 2012 si è inoltre verificato un aumento del traffico di passeggeri internazionali del 7 per cento circa sullo stesso periodo dell’anno precedente; quanto alle presenze alberghiere in città si è registrata una variazione positiva del 2,6 per cento in controtendenza rispetto alla media nazionale (-8,7 per cento). E poi nel 2012 le regate hanno rappresentato il punto di partenza per la rivoluzione del traffico attuata dalla giunta de Magistris con la chiusura del lungomare alle auto. Se venisse confermato, invece, l’evento del 2013 potrebbe consentire di riqualificare pezzi importanti di città. È il caso, ad esempio, del Molo San Vincenzo dove – è il ragionamento del sindaco Luigi de Magistris – potrebbe essere realizzato il Museo del mare e dell’emigrazione. Ma si ragiona anche sulla possibilità di dar vita ad una kermesse «extralarge» con più giorni di regate, un maggior numero di eventi e nuove porzioni di territorio interessate dagli appuntamenti.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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