Dopo l’America’s cup la Volvo Ocean Race. Napoli ci crede e la prima lettera di intenti per la sede inglese della Sports Consultancy Managing che organizza la regata intorno al mondo è partita ed è stata regolarmente ricevuta. Del resto non più tardi di qualche mese fa Paolo Graziano, il presidente dell’Acn, la società di scopo organizzata per le World Series dell’America’s cup si diceva convinto che nel 2013-14 o 2014-15 il lungomare di Napoli avrebbe ospitato la più prestigiosa delle regate transoceaniche. La Volvo è una competizione suddivisa in nove tappe per un totale di 32.700 miglia. L’edizione 2011-12 è partita il 25 novembre da Alicante, prima tappa a Città del Capo, poi trasbordo in sicurezza su nave cargo verso Abu Dhabi, Sanya (Cina), Auckland (Nuova Zelanda) Itajai (Brasile), Miami (Stati Uniti), Lisbona (Portogallo), Lorient (Francia) e Galway (Irlanda).
Sei barche ultratecnologiche per 39mila miglia. L’Oceano, le sue tempeste ma anche le immense piatte equatoriali, gli stretti sciabolati dalle correnti e le maree, gli iceberg. Anche nei prossimi anni la cittadina valenciana sarà sede di partenza ed allora Napoli ha pensato di poter essere al centro di una tappa tutta mediterranea dell’evento. La Volvo promette un impatto mediatico altissimo. Nell’ultimo report si parla di 880 milioni di spettatori per 1200 ore di copertura televisiva a metà gara. Per ogni tappa, il villaggio è sempre aperto alla cittadinanza. Previste delle regate per i bambini che navigheranno in finale con a bordo i velisti transoceanici, così come nello stile del golf una pro-am, regata con amatori e professionisti e una partenza che costeggia il lungomare. «Il villaggio – sostengono gli organizzatori – permette di avvicinarsi alle barche, di incontrare i velisti e discutere delle difficoltà della regata». Un legame ancor più stretto rispetto a quanto fatto con le World Series di America’s cup. E se alla Volvo Ocean Race 2012 sono rimasti colpiti dai 65.000 spettatori per Lisbona e i 500.000 per Auckland, i 250.000 napoletani che hanno affollato il lungomare nel lunedì di pasquetta sono un ottimo biglietto da visita. Altra nota giudicata positivamente dall’organizzazione è la possibilità di armare una barca da mandare in giro per il mondo. La Regione Sardegna l’ha fatto con Vento di Sardegna protagonista della The Two Handed Transatlantic Race, la regata transoceanica dall’Inghilterra agli Stati Uniti vinta recentemente dal cagliaritano Andrea Mura e dal napoletano Riccardo Apolloni. Oggi Apolloni è negli Stati Uniti preparando un’altra regata transoceanica, la Quebec-St. Malò e rilancia: «Ho incontrato un paio di giorni fa a Newport i velisti di Prada che mi hanno parlato in maniera entusiasta della tappa napoletana della Coppa America. Siamo stati insieme a cena e ricordavano perfettamente la linea costiera, la partecipazione popolare, il “giro sotto la curva Caracciolo” dopo la vittoria di Piranha. In quei giorni ero fuori Napoli. Tornando ho parlato con il mio barbiere ai Quartieri Spagnoli che sapeva tutto alla perfezione».
La Volvo Ocean Race può essere un sogno? «Speriamo di no, sarebbe una ricaduta d’immagine fortissima. Armare una barca è un po’ più complicato perché si parla di budget milionari. Magari si può parlare con Soldini che ci aveva provato prima di desistere. Chissà che non ci si riesca». La palla passa agli inglesi che dovranno da ora in poi ridurre il numero delle candidate (la prima lettera è stata inviata da quasi 100 città) fino alle scelte finali.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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