Una Coppa America in versione «extralarge» per sfruttare al massimo ricadute ed effetti positivi della manifestazione. È una delle novità che caratterizzeranno l’edizione 2013 della blasonata kermesse velica, che resterà sul lungomare. Le trattative con gli americani dell’Acea sono in corso e si punta ad ampliare lo show: più giorni di regate, un maggior numero di eventi e nuove porzioni di territorio interessate dagli appuntamenti. Tra queste il Molo San Vincenzo che, nelle intenzioni delle istituzioni locali, dovrà aprire le porte a cittadini e turisti proprio com’è avvenuto con il lungomare. Ne sono convinti il sindaco Luigi de Magistris, il governatore Stefano Caldoro e il presidente dell’Unione Industriali Paolo Graziano: «Siamo già al lavoro per completare gli interventi entro il prossimo mese di maggio. L’obiettivo è mettere le basi per il Museo del mare e dell’emigrazione che vorremmo realizzare proprio al Molo San Vincenzo» sottolinea il primo cittadino. Graziano rilancia: «Il Molo potrebbe essere di supporto al lungomare». E Caldoro aggiunge: «Dobbiamo continuare a fare squadra».
Le anticipazioni sulla tappa del 2013 dell’America’s Cup arrivano nel giorno dei bilanci sull’edizione che si è tenuta all’ombra del Vesuvio lo scorso mese di aprile. I numeri – elaborati da un pool di esperti tra cui i ricercatori della Deloitte Financial Advisory Services Spa e presentati nel corso di una conferenza stampa coordinata dal giornalista Gianfranco Coppola – promuovono la strategia degli organizzatori: a fronte di un investimento di 12,2 milioni (7,2 milioni di fondi europei e i restanti messi a disposizione da Regione, Provincia e Comune) il ritorno economico stimato è pari a 36 milioni (tra effetto diretto e indiretto); nel mese di aprile si è registrato un aumento del traffico di passeggeri internazionali del 7 per cento circa sullo stesso periodo dell’anno precedente; gli spettatori oscillano tra i 530mila e i 775mila per una spesa pro capite di 24 euro (a Trapani si arrivò fino a 107 euro); quanto alle presenze alberghiere in città si è registrata una variazione positiva del 2,6 per cento in controtendenza rispetto alla media nazionale (-8,7 per cento). Novantotto, poi, le ore di diretta televisiva per un totale di 75 milioni di telespettatori. Senza contare l’operazione di rilancio dell’immagine del capoluogo partenopeo che, a sentire gli esperti, produrrà risultati positivi anche sul medio-lungo periodo. A coloro che hanno polemizzato sull’utilità dell’evento – tra i quali il capo dell’opposizione di centrodestra in Consiglio comunale, Gianni Lettieri («non vedo un’analisi di impatto, ma una brochure di propaganda, un maldestro tentativo per evitare che si parli di un clamoroso flop») – gli amministratori rispondono in modo compatto. Caldoro è categorico: «Non accettiamo lezioni su Napoli e sulla Campania. Lavoriamo 18 ore al giorno per affrontare e risolvere i problemi». D’accordo de Magistris, secondo cui «Napoli ha dimostrato di essere una città pulita, sicura e capace. Ora tutti ci chiedono di ospitare eventi qui. Il brand della città è schizzato alle stelle». Graziano parla di «metodo nuovo»: «Al partito del “nonsipuotismo” abbiamo dimostrato che le cose si possono fare». Per il presidente della Provincia Luigi Cesaro «si dovrà intervenire per aumentare e migliorare la copertura televisiva soprattutto all’estero» mentre per l’assessore provinciale Francesco Serao «in futuro slide e brochure dovranno essere stampate sempre anche in inglese». Infine il presidente della Camera di Commercio, Maurizio Maddaloni: «La sfida è coinvolgere di più i players locali per migliorare l’accoglienza».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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