Vazquez, tutti a Palermo l’aspettano come erede di Pastore. Ma fra di voi c’ è una differenza di base già nell’appartenenza.
«Siamo entrambi di Cordoba ma io ero nel Belgrano e Javier nel Talleres, squadre che sono rivali. Siamo amici, ci rispettiamo ma ciascuno deve fare il proprio cammino senza paragoni con altri».
Col Belgrano lei ha vissuto una vera e propria favola.
«Gioco là da quando avevo 16 anni e mi sono subito trovato bene. I tifosi sono sempre molto vicini alla squadra. Il Belgrano non aveva mai conquistato la promozione in Primera division. Quando ci siamo riusciti a luglio scorso, ho chiesto di giocare ancora l’Apertura con loro, pur sapendo di essere già del Palermo».
Ed è andata benissimo. Secondi dietro il Boca Juniors, e lei ha segnato 3 gol.
«Uno al Velez, uno all’Arsenal, e uno al Club Olimpo. Una volta saltando tutti i difensori, un altro con un tiro da fuori area. Quello all’Arsenal è indimenticabile, abbiamo vinto 1-0 ed io indossavo la fascia di capitano. Era la prima volta, un regalo dei miei compagni che sapevano che stavo passando al Palermo».
Da ragazzo tifava per un’altra squadra.
«Ero simpatizzante del Velez Sarsfield perchè mio padre Oscar era originario di quella zona. A lui devo molto, lavora in una fabbrica a Cordoba e per ora è qua per un mese assieme a mia madre Marina per aiutarmi nell’ambientamento. Ho anche due fratelli maggiori, Nicolas e Federico. La mia famiglia mi ha sempre accompagnato, per me è importantissima. Sono anche fidanzato con Giorgina, che ha 21 anni e arriverà qui fra qualche giorno. Lei è contentissima di venire in Italia, le ho mandato le prime foto di Palermo ed è entusiasta».
Come definirebbe il suo debutto al Barbera di domenica scorsa?
«Molto buono, la gente è stata subito fantastica nei miei confronti. “Tiene” fiducia verso di me e io spero di continuare a meritarla. Posso certamente fare di più ma come inizio è stato importante trovarmi bene coi compagni e coi tifosi. Sono triste solo per il risultato».
Mutti l’ha sostituita alla fine del primo tempo. E poi il Napoli si è scatenato.
«Io potevo continuare, è stata una decisione dell’allenatore che ho accettato con rispetto. In fondo, ero arrivato da poco. Il Napoli è una grande squadra, non a caso gioca la Champions League. Ma nel primo tempo la partita era stata molto equilibrata, il Palermo aveva giocato bene e avuto molte occasioni da gol».
Una proprio con Vazquez. Che ha tentato una magia non andata a buon fine.
«Quando mi è arrivato il pallone da Budan, ho dovuto fare tutto velocemente. Il portiere mi usciva addosso, l’unico modo di far gol era tentare un pallonetto. E’ andato alto, peccato. La prodezza di Cavani? Bellissima esecuzione, ma non ho applaudito perchè era contro la mia squadra».
Palermo spera che il suo gol sia solo rimandato. Ha un modo particolare per festeggiarli?
«Vedrete quando avrò la fortuna di farne uno… Farò il segno del pirata, mi tapperò un occhio e festeggerò così. Perchè è il soprannome dei giocatori e dei tifosi del Belgrano».
A proposito, le dà fastidio essere chiamato el Mudo?
«Non mi “molesta”, ormai tutti mi conoscono così. Mi rappresenta bene perchè parlo poco. Fu un mio compagno del settore giovanile a darmi il soprannome, si chiamava Lucas».
Argentina terra di grandi numeri 10. Da Maradona fino a Messi ed ora la nuova generazione che passa per l’Italia. Da Pastore a Ricky Alvarez, Lamela e…Vazquez.
«Da noi c’è una grande tradizione per quel ruolo, tutti i ragazzi vogliono occuparlo e così ogni anno vengono fuori tanti talenti. Lamela e Alvarez? Mi piacciono tutti e due, sono un esempio e giocano in grandissime squadre. Io per avvicinarmi a loro devo ancora migliorare tanto. Sono qui per maturare e spero di farlo presto col Palermo».
Anche nel Palermo il talento non manca. Ilicic, Zahavi, Miccoli, Hernandez, Pinilla. Una bella concorrenza.
«Penso che tutti possano trovare il proprio spazio e dare un contributo alla squadra. A Verona col doppio trequartista? Non lo so, ma a me farebbe piacere giocare con accanto un altro con cui posso dialogare».
Che messaggio vuole mandare ai tifosi?
«Che sono grato dell’accoglienza e qui spero di vincere presto e molto. Che dovremo iniziare a prendere qualche gol in meno. Che in Sicilia il cibo è buonissimo, soprattutto la pasta e il pesce. Anche se panelle e cannoli ancora non li ho assaggiati…».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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