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Vargas si scatena in Europa

Il cileno deve dimostrare in Ucraina di essere un giocatore su cui contare in futuro

Torna l’Eurocoppa e torna lui: Edu Vargas detto “El genio”. Uno di quei giovanotti ai quali la fantasia non fa difetto. E neppure lo scatto, il dribbling, la velocità: qualità che del resto non possono mancare a un’ala destra arrivata da lontano con l’etichetta del talento puro. E, trasversalmente, indirettamente, involontariamente se si vuole, anche con la benedizione di Diego Maradona. Sì, perché non fosse stato per il più grande d’ogni tempo, forse il signorino Vargas non avrebbe fatto tanta strada e tanto in fretta. Perché lui nell’Universidad del Chile non era titolare, non era un giocatore a posto fisso. Lo diventò quando Maradona, arrivato all’Al Wasl, volle Puch a Dubai. E partito dal Cile il trequartista, per Vargas si spalancarono le porte della prima squadra. Poi, si capisce, toccò a lui darsi da fare. Cosa che accadde puntualmente. E per Edu furono due fantastiche stagioni. E anche per l’Universidad de Chile, che l’aveva pagato 1 milione e 750mila dollari (il 40% a gennaio 2010 e il resto un anno dopo) e che a dicembre del 2011, appena 24 mesi dopo, l’ha rivenduto al Napoli per quasi 15 milioni: 14,8 per la precisione.

Il piu’ atteso  – E forse, più d’ogni altra cosa, è proprio il peso di tutti quei milioni (in euro, una dozzina al cambio di quel tempo) che fa di Vargas il più atteso, il più scrutato, a volta anche il più discusso dei calciatori azzurri. Almeno, in campionato (4 presenze appena per poco più di un’ora in campo) così è. Però? Però quando arriva la coppa Vargas si trasforma. Due presenze, infatti, è già tre gol. Tutti assieme. Tutti ai malcapitati svedesi dell’Aik Solna nella gara d’apertura dell’Europa League. Che notte quella notte! Una gioia e un clamore che rimbalzarono immediatamente in Cile, dove nessuno si spiegava perché mai quel ragazzo, protagonista dell’ultima stagione di Clausura, miglior giocatore della Copa Sudamericana e vice pallone d’oro alle spalle di Neymar, non riuscisse a trovar posto in squadra qui in Italia.

Numeri – Bene, per Edu Vargas fu una sorta di liberazione. E, perché no, quei tre gol lo furono anche per il Napoli e per la gente azzurra che finalmente scoprirono le doti d’attaccante del ragazzo, ribattezzato subito El genio della coppa. Ed è questo titolo ancora fresco di gioia – ma pure di rabbia per la batosta rimediata poi dal Psv in Olanda – che Vargas si porta in valigia partendo per il match con il Dnipro, la squadra ucraina che è prima nel girone a punteggio pieno e che proprio a lui e a Lorenzo Insigne, è ovvio, dedicherà molte delle sue attenzioni. Con quei tre centri in due partite, infatti, Edu Vargas in quanto a rapporto gol-minuti in campo, uno ogni 56’, è secondo solo a Jonjo Shelvey, il giovane talento del Liverpool che ha messo a segno, sì, gli stessi gol, ma in 113’. Che vuol dire: uno ogni 37. Jonjo Shelvey, classe ‘92, che di mestiere fa il centrocampista, che ha un gran bel tiro dalla mezza distanza, che insultò nientepopodimeno che Sir Alex Ferguson quando fu espulso nel match con lo United e che, quando si dice il caso, in Europa League fece il suo esordio con la maglia del Liverpool proprio a Napoli, in quel match che finì zero a zero giusto due anni fa.
l’ora di tirare le somme – Sfida da lontano tra giovani talenti, dunque? Certo, perché no. Ma prima di andare con la mente a quel ragazzo inglese, prima di pensare alla pur eccitante classifica dei bomber dell’Europa League, Edu Vargas avrà pensieri e scatti e dribbling e magari gol solo per il Napoli e se stesso. Perché se una cosa il cileno ha capito bene, è che dopo dieci mesi italiani, dopo quasi un anno di studio del nostro campionato, il Napoli s’aspetta da lui molto di più. Con la convinzione che quel di più può pure ottenerlo, visto quello di cui è capace nell’addestramento della settimana. « E’ un fenomeno », dicono di lui i compagni. « Imprevedibile. Imprendibile. Un giocatore di forza e fantasia ».
Temperatura – Bene, ecco perché toccherà a lui, soprattutto a lui, riscaldare il Napoli domani sera in Ucraina. E sì che ce ne sarà bisogno visto che sulle rive del Dnepr all’ora della gara la temperatura scenderà sino a 6 gradi.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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