E alla fine è stato un buon compleanno. Sì, a Stoccolma Edu Vargas ha festeggiato a dovere il suo ventitreesimo compleanno, andato in scena, per la precisione, il giorno prima di partire per la Svezia (martedì). Il cileno, giovane stellina d’Oltreoceano che, a Napoli, non ha mai brillato, al Rasunda Stadion ha mostrato notevoli progressi. Segnali positivi, insomma, a una delle ultime curve prima di gennaio. Cioè del mercato. Sia chiaro: lo spessore degli avversari non era certo il top, e la strada per Edu è ancora in salita, però almeno un segnale l’ha dato. Appuntamento a Cagliari. Se ci sarà l’opportunità, ovviamente.
AMULETO – E allora, che bello sarebbe per Vargas se tutte le partite fossero con l’Aik: gli porta decisamente bene, questa squadra. Sì, perché al di là della buona prestazione di giovedì, ci sono anche i tre gol dell’andata al San Paolo: i soli tre gol messi a segno dall’attaccante cileno nella sua esperienza con la maglia azzurra, amichevoli incluse, in un anno quasi tondo. Tutti d’un fiato. Tutti in una sera. Una sola notte di festa. Poi, blackout: apparizioni di pochi minuti in campionato e serate nero-pece in Europa League. Con tanto di pioggia fischi nel ritorno con il Dnipro a Fuorigrotta al momento della sostituzione. L’Aik, però, s’è confermato il suo amuleto personale.
LA CATTIVERIA – Il problema è che la Coppa e il campionato non sono fatti di sole partite con gli svedesi: e dunque? Beh, per il momento è meglio prendere il buono, il meglio che questi incroci, specialmente l’ultimo, hanno prodotto. La sfida dell’andata è ormai persa nella notte dei tempi, come i suoi gol, però al Rasunda Eduardo detto Edu è parso abbastanza trasformato: più volitivo, più cattivo forse. Più grintoso e volenteroso: qualche buon movimento, qualche buona giocata e, soprattutto, l’ottimo suggerimento nel finale che Cavani ha prima trasformato in rigore e poi in gol. Sempre e comunque in maniera magistrale.
GLI APPLAUSI – Alla fine, applausi anche da Mazzarri. Che ne ha sottolineato la prestazione con soddisfazione e, magari, anche con un po’ di speranza e fiducia. Ecco, probabilmente è la fiducia a essere mancata finora a Vargas: nei propri mezzi, nel proprio recente passato, fatto di gol a grappoli e splendidi sprazzi di talento con la maglia dell’Universidad de Chile e poi della Nazionale, la Roja, che dal suo arrivo a Napoli lo ha un po’ accantonato (anche per un paio di bravate, a dire il vero).
IL CARATTERE – Bene, bravo e soprattutto: cercasi bis. E anche tris, lo impone soprattutto l’investimento da 12 milioni di euro. Continuità, bravura nello sfruttare le chance che, da qui a gennaio, magari da lunedì, gli capiteranno davanti. Come non ha fatto finora. La bella serata di Stoccolma, per quanto importante, non può cancellare quanto di meno buono è accaduto finora, sarebbe sbagliato non sottolinearlo, però almeno ha acceso una fiammella, una luce che fino a giovedì sembrava irrimediabilmente spenta. Vargas, insomma, ha battuto un colpo. Un buon colpo: ora gli toccherà far capire che non si è trattato di un caso, di un episodio isolato, ed è qui che dovrà entrare in ballo il carattere. Già, perché Edu finora non ha mai nascosto il disagio di sentirsi riserva, lui che in patria era un idolo, né di giocare soltanto in Europa League. Per gradi, comunque. In certi casi è fondamentale andare per gradi: in Coppa è andata bene, ma ora servono, urgono altre risposte. In campionato soprattutto: un habitat che per Edu non è mai stato naturale. Finora. La fiammella s’è accesa.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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