Un raggio di sole dell’estate sudamericana nel gelo del San Paolo. Un po’ della meglio gioventù, del futuro che ride, in un presente a tratti complesso: Eduardo Vargas è entrato e ha cominciato a giocare come sa, tic-toc, qualche dribbling e qualche spunto interessante. I primi, veri lampi di una classe cristallina in cui Napoli spera di tuffarsi presto. Lampi, e dunque un anticipo del capitale, ma comunque una nota di dolce in una notte amara. Dedicati alla famiglia: tutta al San Paolo, al completo, per Edu.
– E allora, eccolo il giovanotto venuto dal Cile. Il colpo più ridondante del mercato di gennaio. Quello che in prospettiva può diventare il classico “craque”: boom, la cannonata, l’acquisto-bomba. Il Napoli lo ha preso per questo, perché ci crede. Perché nei suoi piedi e nella testa ha intravisto il mix di classe e genio calcistico che sono il marchio registrato dei campioni. Edu non lo è ancora, è ovvio, ma è un grande talento che studia per diventare un fuoriclasse: tutti, ma proprio tutti, scommettono sulle sue qualità e sulla sua definitiva esplosione. Dal meraviglioso nino Sanchez, un po’ il suo mentore in Nazionale, a Lavezzi, la sua guida azzurra.
– Nel frattempo, in vista di sbarcare anche sul pianeta-Champions, prosegue il processo di ambientamento: dal Cesena al Cesena, dalla sfida di Coppa Italia cominciata da titolare alla partita di campionato, l’attaccante di Renca ha fatto progressi in fatto di personalità: una bella discesa con dribbling, uno scambio con colpo di testa parato e un buon inserimento. Ha giocato poco, finora (3 presenze in campionato, una in Coppa); ha collezionato scampoli (anche con il Bologna e il Genoa), ma ieri ha mostrato di cominciare a dare del tu al calcio italiano. Calma e sangue freddo, però, in tutti i casi: per giudicarlo, per stilarne un profilo e magari anche la pagella, bisogna attendere. Per il momento, allora, è bene registrane i passi avanti. E gestirlo con saggezza: come sta facendo Mazzarri.
– Dopo la partita di ieri, però, il regalo più bello è stato l’abbraccio della famiglia. Tutti presenti al San Paolo: don Eduardo senior e dona Pamela, i genitori; il fratello minore Camilo – con tanto di cresta alla Hamsik – e la sorellina di 5 anni, Baithiare, l’amore della vita di Edu. La bimba che all’aeroporto di Santiago, prima di decollare per l’Europa, piangeva a dirotto e non gli mollava il collo. Sono tutti al suo fianco, in questo periodo.
– Una curiosità. Giusto per imparare a conoscere un po’ di più un ragazzo che, per il momento, riesce a girare per il centro di Napoli indisturbato, senza essere riconosciuto e braccato, e che vive ancora in albergo: dal Cile spiegano che il suo soprannome è Edu . Stop. Nessun altro. Turboman , dicono, è un nomignolo made in Europa. Mistero cileno.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.F.
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