Lui non ha aiutato il Napoli ma di sicuro neppure il Napoli ha aiutato lui. Insomma, una mezza serataccia per entrambi: per Edu Vargas che invece ci teneva e come a far bella figura nella sua prima notte da napoletano e anche per la squadra intera, che però alla fine se l’è cavata e s’è ben consolata con il successo sul Cesena e il passaggio del turno in coppa Italia. Cert’è, però, il giovanotto cileno l’altra notte è scivolato via dallo stadio scuro in volto. Perché com’è andata non è piaciuto innanzitutto a lui. «La mia prima gara con il Napoli mi lascia una sensazione molto amara, perché non sono mai riuscito a entrare in partita ma allo stesso tempo sono consapevole che ci vorrà del tempo per entrare negli schemi della squadra. Mi dispiace che per un errore mio la squadra abbia subito un gol. Ho sbagliato io. A fine gara il mister e i compagni mi hanno rasserenato riuscendo a rimontare e vincere. Però sono tranquillo, so che devo solo allenarmi e capire che questo per me è un calcio nuovo», ha detto ieri dispensando sorrisi alla ripresa della preparazione.
ATTENUANTI -Ma Napoli l’ha assolto. Così come gli sono stati accanto a fine gara i compagni e poi più di tutti Mazzarri. «Mi sono lasciato trascinare dalla voglia di tutti di vederlo in campo ed ho sbagliato. Un errore che con l’esperienza che ho non dovevo fare» , ha infatti detto a fine gara. Un’assunzione di colpa che probabilmente è andata anche al di là di quanto dovuto. La ragione? Semplice: Mazzarri ha voluto attrarre su di sé ogni eventuale critica per la notte grigia del suo giocatore, evitando a Vargas un brutto impatto con la squadra, la gente, la città. E c’è riuscito. Dicendo anche la verità. Perché difficilmente Vargas avrebbe potuto far di meglio. Lui che in Italia c’è arrivato solo pochi giorni fa, che ancora non capisce e non parla l’italiano, che a stento conosce i nomi dei compagni. Senza dire, poi, del cambio di continente, di clima, d’alimentazione e di modo di giocare. E allora, poteva, Vargas, in una settimana ambientarsi e strabiliare? No, non poteva. E infatti d’ora in avanti Mazzarri baderà soprattutto al suo buon inserimento nella squadra e negli schemi.
TUTOR -Edu, insomma, almeno nell’immediato, non dovrà vivere con l’assillo della presenza in campo né con l’ansia da prestazione. Vargas dovrà abituarsi, crescere e capire dove è capitato. Come del resto fu per Goran Pandev. Dopo la prima deludente esibizione col Cesena in campionato, infatti, il macedone fu dato in “affidamento” ai “servizi sociali” della squadra: medici e preparatori innanzitutto. E sì che gli è servito quel progetto di recupero personalizzato. Bene, così accadrà pure per Vargas. Un corso accelerato di “calcio napoletano” ma senza assilli e senza forzature. Poi, se le sue risposte saranno felici e convincenti in tempi brevi, beh, in quel caso sarà meglio per tutti.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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