Le immancabili cuffie d’ordinanza da iPod, blu elettrico con venature rosse, un omaggio al completino del Cile, sono sempre al collo. E il cappellino nero, beh, calcato sul capo proprio come nelle prime immagini raccolte sia all’aeroporto di Santiago sia a quello di Fiumicino. Unica sostanziale differenza? Eduardo Vargas indossa la tuta del Napoli. E sfila nell’area imbarchi di Capodichino, parlottando fitto fitto con Hamsik, in partenza per Palermo insieme con la squadra. Da spettatore, perché andrà in tribuna, ma pur sempre da spettatore interessato. Azzurro e felice. «Sì, sono molto felice».
L’OVAZIONE -E allora, il racconto della prima dell’ultimo. La prima volta dell’ultimo arrivato. La stellina che Napoli sogna di riscoprire stella vera. Il colpo del mercato di gennaio che ha incantato il Cile e che ora proverà a travestirsi da conquistador in Italia. Un’emozione, certo, che Edu non potrà dimenticare facilmente: il fragore delle centinaia di mani che gli regalano un’improvvisata ovazione aeroportuale, accompagnata dai cori e dagli slogan urlati, resteranno a lungo nella mente di un giovanotto che nel suo Paese è già una celebrità e che, rispetto all’adios di Santiago, ieri ha trovato il doppio dei fan ad acclamarlo. Cose da Napoli.
LA SFILATA MATTUTINA -C’erano anche un po’ di giornalisti cileni, ad attenderlo. O per meglio dire al suo seguito: telecamere e taccuini degli inviati delle televisioni e dei giornali che, a dirla tutta, lo hanno anche atteso di buon mattino all’esterno del lussuoso hotel del Lungomare che è stata la sua prima dimora napoletana. Edu è sceso intorno alle 8, dopo aver fatto colazione, e ha stretto un po’ di mani e un po’ i denti sorridendo, in posa: i passanti, pochi per la verità a quell’ora, lo hanno bloccato sul marciapiede che guarda la porta d’ingresso dell’albergo e gli hanno ovviamente chiesto foto e firme.
LE PAROLE -I media cileni, dicevamo. Che hanno raccolto con avidità e un pizzico di delusione le poche parole pronunciate da Edu, blindato fino alla presentazione di domani: «Sono felice, molto felice: per ora ho conosciuto l’allenatore e i compagni ed è andato tutto alla grande. Mi hanno accolto benissimo. Scusatemi, vado». Ad attenderlo è già pronto il van della società e al volante c’è Peppe Spinosa, il factotum azzurro che scorta il nuovo uomo copertina sin dal suo atterraggio a Roma.
IL TRASFERIMENTO -Un’ora dopo, intorno alle 9, Vargas è a Castelvolturno: la sua nuova casa fino a che non ne avrà trovata una vera (cerca a Posillipo). Sì, l’attaccante s’è trasferito all’Holiday Inn, l’albergo contiguo al centro sportivo, nella stanza 354. Inaugurata subito: appena giunto s’è registrato alla reception ed è salito su a dormire. Poi, ha mangiato due toast e alla mezza s’è unito alla squadra per la rifinitura. In aereo, invece, ha viaggiato da solo, in uno dei posti singoli, ma a ridosso del gruppone dei sudamericani: dopo il decollo ha inforcato le cuffie ed ha ascoltato la sua musica, reggae e reggaeton, fino all’atterraggio.
COMPAGNI DI STANZA -Il suo primo compagno di stanza di un ritiro pre partita è Britos: è con l’uruguaiano, anch’egli convocato per la prima volta in un’occasione ufficiale, che Vargas ha dormito nell’albergo di Palermo. Parlano la stessa lingua e confrontano le rispettive emozioni in castigliano puro. Non sono poche. E sono intense.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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