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Vargas, cosa hai combinato?

Il genio c’è: ma non si vede. E ciò che emerge da lontano, palpabile e percebile, è quel (tutt’altro) vago senso di sregolatezza che ne definisce il contorno, alimentando un alone di mistero. Ma se quel Vargas fosse un fenomeno? Gli undici milioni investiti in gennaio l’elevano al rango di stellina e il pallone d’argento conquistato sette mesi fa rappresentano un pregevole indizio:  ma le prove, calcistiche e comportamentali, scatenano i sospetti e quel che resta in archivio, per il momento, è un interrogativo (un po’ inquietante) che la cronaca fa ondeggiar nell’aria a mo’ di spada di Damocle…

CARTELLINO ROSSO –

La notte è fatta…. Quando hai ventidue anni, le ombre sono alleate, compagne assai frequenti, e contengono tentazioni (irresistibili); una calamita, insomma, che attrae prepotentemente e che trascina Edu Vargas laddove non dovrebbe essere quando ormai è quasi l’alba, le quattro del mattino: in discoteca. Ma riposare evidentemente stanca e turboman, quel talento ancora inespresso, il gioiellino strappato dal Napoli a mezzo mondo, s’è concesso una botta di vita, ha eluso con un dribbling l’accordo sulla parola strappato al ct Borghi e se ne è stato con il Gary Mendel a divagare in quella ch’è divenuta immediatamente «una notte brava» , che il commissarrio tecnico del Cile ha punito a modo suo: fuori dalla Nazionale con tanto d’immediato cartellino rosso, un’espulsione in piena regola per tentar di redimere quel talento un po’ naif. «Con Vargas avevamo un accordo che non è stato rispettato. Lui e Mendel avevano il giorno libero, però avevano pure una disposizione da dover rispettare». Niente Pyerto La Cruz, niente Cile-Venezuela, qualificazioni ai Mondiali: stavolta il divano (o la discoteca?) gli tocca.

E DUE – La fortuna è cieca però la malasorte ci vede benissimo e s’è concentrata (evidentemente) su Vargas, che appena il 25 maggio ha dovuto presentarsi per un attimo in caserma: il tempo necessario per spiegare ai poliziotti di Santiago la dinamica dell’incidente costata a Karina Llanos, un cronista del portale Terra, qualche giorno di stampelle. Tutta colpa della folla entusiasta, che all’arrivo dell’attaccante allo stadio, spettatore di Universidad-Libertad di coppa Libertadores, s’ammassa intorno all’auto di Vargas, lo distrae e gli fa investire la giornalista, alla quale bastano le scuse per perdonare l’ex gioiellino della U ormai d’azzurro vestito. Sono cose che capitano!
UN FUORICLASSE – La verità è nel mezzo, raccontavano in antichità, e i sei mesi «napoletani» di Vargas non sono stati sufficienti per scovarla: ma dieci presenze sono realmente poche e centocinquantuno minuti complessivi sono ancor di meno. Il Vargas in salsa partenopea è racchiuso in un fazzolettino d’occasioni che valgono poco, come le dieci presenze e come i centocinquantuno minuti effettivi giocati: manco Mandrake avrebbe potuto fare di più. Ma il semestre in «bianco» è pure arricchito dalle voci di dentro, da ciò che hanno svelato Maggio & Aronica, interlocutori in allenamento del cileno stupiti da «quei numeri impressionanti» . Tenera (e ammiccante) è la notte, poi verranno altri giorni…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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