Sorteggiato con Sanchez per l’antidoping, Vargas è rimasto bloccato oltre un’ora all’interno del «Maracanà» e si è poi diretto velocemente al pullman del Cile. Edu non ha potuto così commentare la notte del suo trionfo, quella del gol alla Spagna che ha lanciato la sua nazionale agli ottavi di coppa del Mondo: in mixed zone c’erano ad attenderlo tanti giornalisti cileni, di carta stampata e tv. Ha parlato il suo agente: «Edu è felicissimo, segnare in un Mondiale è il sogno di ogni calciatore. Ora non vuole fermarsi e ha intenzione di portare il Cile sempre più in alto. A Napoli non ha giocato con continuità e avrebbe avuto bisogno di più tempo. Ora? Non so. Dovremmo parlare con il tecnico e la società e capire le loro intenzioni: il club azzurro non lo sento da tempo e dopo il suo gol alla Spagna non ho ricevuto telefonate. Edu comunque non chiude le porte a nessuno». Vargas, l’idolo di un’ intera nazione, il Cile che vive il calcio con la stessa passione di brasiliani e argentini. A Napoli è stato un oggetto misterioso. Problemi di lingua e di ambientamento, difficoltà a entrare nei meccanismi tattici di Mazzarri, giocò pochissimo e male in maglia azzurra. Eppure nel gennaio 2012 fu un investimento notevole: 14 milioni di dollari spesi dal club azzurro per bruciare la concorrenza ed assicurarsi «Turboman», l’attaccante tecnico e veloce dell’ Universidad de Chile. Un impatto difficoltoso, legò con Zuniga e Fernandez, tra i pochi con i quali riusciva a parlare in spagnolo. Il problema principale fu questo, la difficoltà a comprendere l’italiano per potersi ambientare in città e soprattutto per capire il lavoro tecnico-tattico di Mazzarri. La società per aiutarlo gli mise a disposizione un professore d’italiano. Edu riuscì a vivere una serata da ricordare, quella dell’esordio al San Paolo contro gli svedesi dell’Aik Solna: segnò una tripletta, gli azzurri vinsero 4-0. Una sola fiammata, poi si bloccò di nuovo. Quattro mesi di sofferenza, Vargas s’intristì sempre di più, non riusciva a ripetere le giocate del suo repertorio, quelle degli anni cileni. A gennaio 2013 decise di dire basta, d’intesa con la società, e fu girato in prestito al Gremio. In Brasile tornò subito se stesso, ricominciò a segnare e a giocare bene. L’arrivo di Benitez, gli acquisti di Higuain, Callejon e Mertens. Vargas terminò l’anno di prestito a Gremio nel gennaio 2014, il contatto con la società azzurra e la decisione, concordata, del prestito con un club europeo, il Valencia.
Fonte: Il Mattino
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