Il cruccio dell’attacco azzurro è di quattro lettere: Edu V. Sì, Eduardo Vargas, probabilmente per non confondersi con il Vargas della Fiorentina o soltanto per un vezzo, ha deciso di abbreviare così il nome dietro la maglia. Domanda: maglia che continuerà a essere azzurra fino al 31 agosto? L’idea che il cileno vada in prestito non è mica peregrina, insomma è percorribile, però le parole di Mazzarri dopo la partita con il Bordeaux fanno pensare che per lui sia in vista qualche altra chance: «Gli manca solo il gol. Speravo che segnasse». Per sbloccarsi. Per incrementare, magari ritrovare una fiducia che sembra smarrita: la stoffa tecnica è di prima qualità, non c’è dubbio, ma da centravanti non sembra a proprio agio e la perplessità relativa alla tenuta psicologica è innegabile. Sembra che imploda e non riesca a esplodere. Sembra oberato dal peso delle attese legate ai 12 milioni di euro investiti a gennaio e dagli squilli di tromba, modello imperatore, che hanno preceduto il suo arrivo.
Vargas o no, l’attacco sembra comunque da completare: con un centravanti, una punta dignitosa in grado di far rifiatare Cavani, meglio ancora se esperto. Altrimenti saremmo alle solite: azzurri a pregare che il Matador non becchi anche solo un raffreddore.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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