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Valorizziamo i nostri vivai e i nostri tecnici, Napoli si riprenda il suo posto nel calcio

Napoli è mancata per troppi anni al suo ruolo di metropoli-pilota

Sì, non dimenticherete, carissimi amici degli anni 70, a via San Pietro a Maiella, (Prest, Greg, Antonio, Fulvio, Enzo, Nandino, Carmine etc)  anime di due nobili settimanali: Sport 7 e Campania Sport,  il calcio mercato nella sede del Secondigliano, in serata o da Ciro a Mergellina, la notte.  Abbiamo vestito calciatori quando tecnici di grande avanguardia (i primi nomi che mi vengono in mente sono Peppe Cresci,  Franco Villa e Peppe Caramanno) facevano gli esperimenti in laboratorio. Modulo e catenaccio, zona e ripartenze. Sul campo di Arzano, quello di Isernia, a Giugliano, Fratta o a Nocera.

Carmine Guarracino e  Cosimo Napoleone benevoli e ospitali, padroni di casa nel Circolo di Secondigliano. Cimafonte con la faccia da ragazzo e la gamba zoppa. Ricordo Riccardo De Lella che giocava benissimo al calcio ed ha fatto le fortune del Napoli giovanile, mentre proiettiamo il Napoli verso l’anno 2013. Quagliarella entra nel nostro censimento dei campani veraci come castellone purosangue; anche Antonio Juliano lo è, ma da Metdoner ad Aversa i tifosi del Napoli e la redazione di www.iamnaples.it  sognano una coppia di attacco composta da Quagliarella e Di Natale.

Dopo aver visto con piacere Marco e Totonno, scopriamo in un ragazzo gli occhi da artista, Antonio Manfredi, l’estro del pittore. Napoli è fatta così e tu devi capirla se vuoi sopravvivere. Ma sì, il sangue è napoletano e fate che Quagliarella sia il nuovo centravanti del Napoli. E allora Napoli capirà che Napoli si riconosce e riconosce. Che Napoli è sud; grazie alla regione si va sottraendo alla falsa benevolenza di Roma. De Luca e Caldoro. Non soffiamo sul fuoco ma diciamo che Napoli è mancata parecchio al suo ruolo di metropoli – pilota. Ma – Caldoro obietta – Forcella è grande come Benevento. E con questo? Benevento va ascoltata. Battipaglia, Castellammare, Visciano, Sessa Aurunca, Montoro, Afragola, Casoria, Cardito, Crispano, Caivano, Frattamaggiore, Aversa, guardiamo e riconosciamo anche questi paesi, come mi piace definirli.

Cerchiamo una classe dirigente che non c’è.  Anche Casoria ha il diritto di nascere; Battipaglia, Portici, Nocera, Pagani, Angri, Juve Stabia, Sant’Agata, Benevento, Cavese, le calabresi anch’esse aderenti al nostro progetto di un mercato del calcio sul lungomare di Napoli. No, non si tratta di ribellione ma solo di incontro indirizzato verso la ricerca di un discorso comune, di un discorso meridionale, idoneo ad essere confrontato con quello settentrionale. La storia del campanile che ogni tanto i nostri goffi antagonisti ci oppongono per distrarci e semmai anche smontarci, è idiota tre volte; non una. Il campanile fu imposto dal Piemonte che fino a prova contraria usava affiggere ai muri dei suoi edifici un cartello con questa generosa letteratura: “non si fittano case ai meridionali”. Chiaro che questo non è campanile ma razzismo. E allora, siamo proprio peccatori a sostenere che desideriamo ottenere la nostra valorizzazione in casa nostra? Ma Milano, Milano via, è generosa! Svuota le nostre aziende ed in migliaia restano disoccupati e questi vanno a Milano a cercare lavoro.

Il calcio ha angolazione sociale identica a questa brutta storia.

E’ inferiorità complex. Chiaro. E non parliamo, per favore, di politica meridionalista. Si fa vuoto fumo………borbonico.

La regione sportiva e calcistica si è un po’ stancata del Napoli; il Milan e la Juve, Roma, Ternana, Parma e Frosinone pescano in Campania e nel sud; perché il Napoli manca ai suoi doveri?

Adesso è possibile che a Milano, nei saloni dell’ATA Hotel o di sera tra Hilton e Gallia, ed a Firenze, nella sede della Lega Professionisti di Serie C (o Lega Pro) si cominci a pensare al mercato del calcio trasferito a Napoli, o, come vorrebbe Vincenzo De Luca, a Salerno. La Calabria ha già dato la sua disponibilità. La scoperta, tramite Napoli e le sue bellezze, dell’altra mezza Italia credo proprio si debba ritenere improcrastinabile.

La scoperta dell’altra mezza Italia significa un giro economico di molti milioni di euro.

Abbiamo un vivaio forte ma se non ce lo fanno scoprire e valorizzare, muore, si spegne! Con riflessi sul calcio nazionale, veramente drammatici.

E’, questa, l’azione civile del piede d’opera locale, l’azione sociale, che tutti i partiti politici ormai sollecitano?

L’operazione che noi richiediamo prima che altro è civile.

Decentramento: più ampia caratterizzazione meridionale del calcio attraverso la valorizzazione del nostro vivaio e dei nostri tecnici; spostamento del mercato da Milano a Napoli o a Salerno; con la preghiera che Roma non continui a fregare il Sud, utilizzando la tattica esibita per….il Napoli (gli uffici amministrativi nella capitale!). Napoli, da anni sta dimostrando di essere molto più valida di Roma nel football; fa più pubblico, Roma è stata abile a portare su il suo vivaio, cosa che non ha capito questo Napoli, quello del romano De Laurentiis, Napoli ha un reclutamento strepitoso e con Napoli sono Cosenza, Catanzaro, Potenza, Matera………… Palermo al quarto posto, il Catania  punta a scavalcare Napoli.  Pigramente Napoli, portando avanti il suo stanco passo, non si è fatta simpatie. Bisogna, urge che la sua regione, che è la Campania, riceva quel che merita.

La questione meridionalista riguarda certo anche il calcio. Abodi, Abete e Macalli comprendano e non esitino ulteriormente. Ci mancherebbe che solo loro rimanessero impassibili! E non li minacci o li ostacoli il quotidiano sportivo della capitale, per cortesia! Il quotidiano sportivo della capitale è a centro; pensi al centro. Non cerchi disperatamente di inserirsi in aree che non le competono.

La critica nostrana è flaccida e incerta. Non avendo voce per le cose nostre vogliamo farci rispettare?

La serata passa così; non parliamo più della tribuna stampa del Napoli e del San Paolo. Sopportatemi.

Nando Troise

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