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Valon Berisha e Sadio Manè del Salisburgo, gli identikit delle due giovani stelle dei tori bianco-rossi

I due centrocampisti offensivi stanno trascinando gli austriaci in Europa League e in campionato. Le big sono finestra

Smaltito il rammarico per non aver centrato la tanto sperata qualificazione agli ottavi di Champions League, il Napoli di Rafa Benitez scivola nella competizione europea meno prestigiosa, l’Europa League, affrontando nei sedicesimi di finale lo Swansea di Michael Laudrup. Malgrado ciò, questa manifestazione può nascondere parecchie insidie da non sottovalutare per gli azzurri in base alla partecipazione di diversi club che stanno dando un’ottima impressione dal punto dei vista dei risultati, questo è il caso degli austriaci del Red Bull Salisburgo.

Il club austriaco, la cui conduzione proprietaria è passata nel 2005 ad una famosa azienda di bevande energetiche (modificandone la vecchia nomenclatura di “Austria Salisburgo” fra il malcontento dei suoi tifosi) sta ben figurando in tutte le competizioni alle quali vi partecipa fino a questo momento: in campionato è attualmente ad undici punti di vantaggio (con una gara in meno) dalla cenerentola Grödig in seconda posizione, mentre in Europa League ha altrettanto brillantemente superato il girone conquistando sei vittorie in altrettante gare disputate nel Girone C (primato condiviso solo con il Tottenham in quest’edizione).  Ad eccezione dell’unico risultato negativo risalente all’eliminazione dai preliminari di Champions League ad opera del Fenerbache, l’ottimo lavoro svolto è senz’altro opera dell’allenatore Roger Schmidt, il quale ha preso la conduzione tecnica della squadra la scorsa stagione raccogliendo la difficile eredità del croato Ricardo Moniz, vincitore nell’annata 2011/12 della Bundesliga austriaca. Da quel momento in poi il quarantacinquenne tedesco ha iniziato il graduale processo di svecchiamento della rosa, indicando alla dirigenza bianco-rossa l’acquisto di diversi giovani di prospettiva che attualmente stanno trascinando il club dei due tori al primato, in particolar modo ci riferiamo ai due centrocampisti offensivi Valon Berisha e Sadio Manè di cui oggi ve ne presentiamo le storie.

Il destino di Valon Berisha è alquanto tipico:

centrocampista norvegese di origini albanese, ma nato a Malmö il 7 febbraio 1993 che, insieme a suo fratello maggiore Veton anch’egli calciatore, ha trascorso la sua infanzia a Egersund, comune norvegese di circa tredicimila abitanti. Entrambi entrano nel settore giovanile dell’Egersund all’età di sei anni: qui Valon sviluppa le sue qualità maturandovi per circa dieci anni. Il mister del club norvegese fin da subito non esita ad esternare ai media locali di possedere tra le mani un potenziale campione che potrà dire la sua in futuro. La carriera di Valon è in ascesa: a 14 anni effettua uno stage in terra inglese per essere valutato da Chelsea, Manchester City e Aston Villa. Arrivano le offerte di questi ultimi due club, ma il ragazzo le rifiuta per preferire il campionato norvegese, voglioso di arrivare nel calcio che conta attraverso questo percorso più inconsueto ma (secondo lui) meno tortuoso. Il salto in prima squadra è nell’aria: il 20 giugno del 2008 Berisha debutta “tra i grandi” in terza divisione norvegese contro lo Staal Jorpeland. Le 31 presenze contornate dalle 11 reti messe a segno nella stagione 2008/09 fanno ricadere su di lui le attenzioni dei club norvegesi più importanti, in particolare del Viking che, nel mese di marzo 2009, ne acquista il cartellino. Il 21 marzo 2010 l’allenatore del Viking, Ege Hareide gli fa provare l’emozione del debutto in Serie A norvegese (Brann Tippeligaen) subentrando a Nisja durante i cinque minuti finali della vittoria per 4-0 contro il Brann. A vent’anni effettua dodici presenze nella sua prima stagione tra i professionisti, segnando solo una realizzazione che nonostante ciò gli vale il titolo di gol dell’anno grazie alla sciabolata dai ventisette metri che vale il pareggio per 1-1 contro il Lillestrom (nel video sottostante):

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Nelle successive due stagioni Berisha diventa perno della formazione titolare di Hareide, non trascendendo tuttavia nell’esaltazione personale: vince il premio “Statoil Talent Prize” conseguendo una cospicua cifra da donare alla struttura che, più di tutte, si è rivelata fondamentale per la sua crescita professionale; Berisha sceglie di devolvere tutta la cifra all’Egersunds, evidenziando un’impeccabile gratitudine verso la società che l’ha allevato fin dalla piccola età. Nell’arco delle due successive stagioni con la maglia dei Viking sviluppa un miglior senso tattico, venendo dirottato dalla fascia sinistra verso la zona centrale del campo. Il ragazzo strappa un piccolo record nella società norvegese risalente alla stagione 1989: il 19 giugno 2011 è in campo insieme a suo fratello Veton Berisha nella vittoria di misura in trasferta contro lo Stabæk, una sensazione che difficilmente potrà più rivivere.

In occasione della sua prima apparizione nella Nazionale norvegese del C.T. Olsen (precisamente il 29 febbraio 2012 in un’amichevole vinta a Belfast contro l’Irlanda del Nord), il suo agente in un’intervista rivela che si trova assiduamente a lavoro per cercare al suo assistito una destinazione migliore, tale da fargli effettuare quel salto di categoria che merita. Sono diversi, infatti, i club sulle sue tracce: fra tutti c’è il Salisburgo che risulta essere il più concreto dal punto di vista economico a fronte dei circa 2,8 milioni di euro sborsati successivamente per portare il talento in Austria.

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Nella sua prima stagione con il club dei due tori (2012/13) riveste il ruolo di protagonista grazie alle 6 reti e ai 13 assist sfornati nelle 30 partite disputate nel campionato austriaco conteso fino alla penultima giornata con l’Austria Vienna (che si aggiudicherà il titolo a fine stagione), ed interpretando in maniera encomiabile la filosofia di gioco di mister Roger Schmidt volta alla spettacolarità della manovra di gioco del suo giovane gruppo (età media complessiva: 24,5 anni). Diventato uno dei beniamini più stimati della “Red Bull Arena”, Valon Berisha ha maturato una grande esperienza internazionale grazie alle diverse presenze nelle diverse selezioni della Nazionale norvegese: 6 presenze in Under 19, 12 in Under 21 e 9 in Nazionale maggiore, riuscendo con quest’ultima a disputare anche alcune gare di qualificazione ai Mondiali del 2014. Ai nastri di partenza di quest’anno (2013/14) il giovane norvegese sta ben figurando grazie a prestazioni convincenti nelle 28 presenze totali tra campionato, Europa  League e ÖFB Stiegl Cup (Coppa Nazionale).

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Valon Berisha è un centrocampista offensivo dal grande temperamento e dinamismo. Schierato sulla trequarti nel trittico di mezze punte disposte (nella formazione tipo di Schmidt) dietro alla prima punta Alan, il norvegese è abilissimo nell’inserirsi negli spazi grazie alla sua intelligenza tattica e al suo senso della posizione. La rapidità di passo, coadiuvata da una tecnica molto buona per la sua età, gli consente di essere sempre uno dei protagonisti della manovra offensiva del Salisburgo. E’ dotato di un fisico resistente dall’alto dei suoi 181 centimetri d’altezza per 75 chilogrammi di peso. Si propone in maniera dirompente nelle azioni pericolose dei suoi, denotando uno stile di gioco a tratti simile a quello del più famoso Freddy Guarin. E’ capace di spaziare in lungo e in largo nella trequarti avversaria, forte della forza esplosiva che fa di lui uno dei giovani talenti sul quale mister Schmidt confida per le sorti della sua compagine durante questa stagione. Il suo nome potrebbe far comodo a tutte le società che vogliano ottenere un acquisto di prospettiva ad una cifra (fin adesso) non proibitiva. Il temperamento di questo ragazzo sta venendo fuori, non è un proibitivo vederlo ben presto in una rosa di un top-team.

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Storia diversa per Sadio Manè, giovane ventunenne nato il 10 aprile 1992 a Sedhiou, città  sudoccidentale del Senegal. Inizia a praticare il calcio per le strade del suo quartiere, abitudine consueta per i tanti talenti sbocciati nelle strade di periferia. E’ prassi conosciuta come i club francesi esplorino più da vicino e con molta più attenzione la realtà del calcio africano: in quest’ottica il Metz, uno dei club francesi più storici, fonda un centro di reclutamento per giovani calciatori “Gènèration Foot” a Dakar, con l’intento di allevare piccoli talenti da lanciare nel calcio transalpino. Manè ne entra a far parte a 16 anni, e la prima possibilità vera per lui si concretizza dopo due anni partecipando ad uno stage del organizzato dal club granata. In quella circostanza Manè domina l’emozione e sfoggia una prestazione super che gli vale  la conferma nel gennaio 2013 entrando a far parte della selezione Primavera del club. Nonostante le prime difficoltà che il giovane senegalese ha dovuto fronteggiare (tra varie vicissitudini e abitudini da modificare), nella stagione 2011/12 viene inserito nella squadra delle riserve che gioca nella quarta divisione nazionale. Bastano 12 prestazioni per risaltare all’attenzione dell’allenatore della prima squadra Dominique Bijotat, il quale decide di farlo debuttare in Ligue2 il 14 gennaio 2011 nella gara persa 1-0 in trasferta contro il Bastia. Malgrado il risultato, il mister francese crede nelle qualità del giovane talento africano, e decide di schierarlo nella seguente partita contro lo Chateauroux terminata 1-1 vista l’indisponibilità di alcuni elementi titolari. Con addosso la maglia numero 33, da gennaio a  maggio disputa ben 19 partite nel campionato cadetto, realizzando la sua prima rete nella sconfitta interna contro il Guingamp per 5-2.  Al termine della stagione il Metz non riesce ad evitare la retrocessione in terza divisione, dato il terz’ultimo posto conquistato il classifica.

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I risultati positivi della sua stagione si concretizzano nella sua prima convocazione da parte del C.T. del Senegal Joseph per i due match contro il Marocco e Libia del 25 maggio e 2 giugno 2012: durante la prima gara viene eletto migliore in campo, mentre nella seconda conquista un rigore e sigla la sua prima rete nel 3-1 di Dakar. In occasioni delle Olimpiadi di Londra arriva anche la chiamata del selezione senegalese Abdoukarime Diouf.  La qualità del giovane Manè viene sottolineata dalla rubrica di Iamnaples.it “Talent Scout” in occasione delle Olimpiadi londinesi del 2012 (Clicca qui); sotto gli occhi del mondo intero il Senegal, dopo aver conquistato un ottimo pareggio al debutto contro i padroni di casa della Gran Bretagna dei vari Giggs, Ramsey, Bellamy e Sturridge,  compie la vera impresa nel secondo match del girone vincendo 2-0 contro l’Uruguay di Cavani e Suarez in inferiorità numerica dopo solo mezz’ora di gioco,  passando alla ribalta attraverso i media internazionali. La Nazionale africana termina poi il suo percorso agli ottavi di finale, sconfitta dal Messico vincitore della manifestazione.

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Ad inizio stagione 2012/13 Manè disputa solo le prime tre gare del nuovo Metz targato Albert Cartier, poiché il 31 agosto dell’anno scorso il Salisburgo sbaraglia la concorrenza di club di Premier League e Ligue-1 per acquistare il suo cartellino sborsando 4 milioni di euro. Il giocatore è motivato nell’affrontare questa nuova sfida perchè, da come avrà modo di esternare ai giornalisti, è convinto di potersi esprimere al massimo in un campionato meno intenso come quello austriaco. Il suo arrivo alla società del presidente greco Georgios Esplandatkoulos è frutto del lavoro del direttore tecnico Ralf Rangnick, che ne seguiva le prestazioni dai tempi del Metz, oltre che monitorarlo assiduamente durante le Olimpiadi 2012. Agli ordini del suo nuovo allenatore Roger Schmidt debutta durante l’ottava gara di campionato pareggiata 1-1 alla “Red Bull Arena” contro il Ried. Quella gara è solo il preludio ad altre 25 presenze in campionato, dove il ragazzo realizza ben 16 reti, rivelandosi come vera sorpresa del torneo. Nonostante il Salisburgo chiuda in seconda posizione il campionato (distante cinque punti dall’Austria Vienna), i ragazzi di Schmidt passano meritatamente alla ribalta, forti di un progetto tecnico decisamente più lungimirante degli avversari campioni d’Austria.  Nella stagione in corso (2013/14) Manè si sta evidenziando come uno dei protagonisti della strepitosa stagione per il Salisburgo: 9 gol in 18 presenze in campionato, 3 in 7 presenze in Europa League e 2 centri in altrettante presenze nella Coppa Nazionale stanno consacrando, fino a questo momento, questo giovane talento. Nonostante l’ottimo momento trascorso con la maglia di club, Manè ha dovuto smaltire in fretta la cocente delusione della sua Nazionale al Mondiale brasiliano del 2014; il suo Senegal infatti non riesce a entrare a far parte delle cinque compagini africane che prenderanno parte alla competizione del prossimo giugno in seguito all’eliminazione nello spareggio contro il Costa d’Avorio allenata dal C.T. Lamouchi. La beffa per Manè e compagni si realizza essenzialmente nella gara di ritorno del 12 ottobre scorso persa per 3-1 (dopo aver pareggiato l’andata in casa per 1-1), non riuscendo a bissare l’unica storica partecipazione del Senegal targato Bruno Mmetsu durante il Mondiale asiatico del 2002. In quella circostanza esplode una polemica riguardante il mancato schieramento fra i titolari di Manè nella gara d’andata, in particolar modo l’ex giocatore della Nazionale e del Liverpool El Hadjii Diouf si schiera con il giocatore dichiarando in un’intervista che: “L’allenatore Giresse ha commesso un grave errore nel non schierare come titolare Sadio Manè nella gara d’andata, unico vero talento di questa Nazionale ed è colpa sua se non abbiamo vinto il questo spareggio”. Tuttavia il C.T. del Senegal Alain Giresse (ex centrocampista della Nazionale francese) respinge le accuse al mittente dichiarando che  Manè rappresenta un patrimonio del calcio nazionale, potendo attualmente giocare in uno dei campionati più importanti di quelli europei  vista la sua qualità tecnico-tattico, ma durante la gara d’andata era più opportuno schierare un giocatore più maturo data la grande abbondanza nel reparto offensivo.

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Sadio Manè è un centrocampista offensivo agile e estremamente dinamico, molto abile nello smarcarsi dalla marcatura del suo diretto avversario. Sebbene non sia sempre preciso negli ultimi tocchi per spedire il proprio compagno verso rete, possiede un’intelligenza tattica tale da farlo inserire negli spazi vuoti attraverso effocacio movimenti in profondità. Può ricoprire il ruolo di trequartista oppure venir schierato nel trittico di mezze punte alle spalle della prima punta. Dispone di una buona visione di gioco e di una buona resistenza nei dribbling,  nonostante il suo fisico non si mostri robusto (175 centimetri per 69 chilogrammi di peso). Predilige trovarsi nel vivo dell’azione, talvolta cambiando corsia di gioco per non dar punti di riferimento agli avversari.

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A cura di Gilberto D’Alessio

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