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Valdifiori si racconta: “Veron il mio idolo. Ecco i segreti di Sarri. Napoli? Dico che…”

Il centrocampista empolese al Corriere dello Sport: "Momento di euforia, ma pensiamo prima a salvarci"

La voglia ed il piacere di stupire, prendersi le luci della ribalta e conquistare tutti. L’interesse di grandi club su di sé, la testa al finale di stagione con l’Empoli. Obiettivo: salvezza. Mirko Valdifiori si racconta al Corriere dello Sport, il regista azzurro è fra i protagonisti della squadra di Sarri e del campionato italiano. E si parte, proprio, dai segreti dell’allenatore toscano… “E’ un allenatore che ti dà sempre tre o quattro soluzioni per giocare. Non lascia nulla al caso. Studia gli avversari nei dettagli. Con un gruppo come il nostro è fondamentale essere dei perfezionisti. Il nostro allenatore ci chiede di verticalizzare molto, facendo partire il gioco dal vertice basso, e questo esalta molto le mie qualità e accresce le possibilità di fare bene”. Il modello? “Pirlo è un esempio assoluto e irraggiungibile, nel suo ruolo certamente il migliore al mondo. Io non mi sento nemmeno lontanamente paragonabile a lui, che riesce a far diventare semplici le cose impensabili: in Nazionale è un leader, io ho appena iniziato. Da bambino emulavo Veron, ho tifato per tutte le sue squadre”.

Ma possibile che un regista così arrivi in Serie A solo a 28 anni? “In Italia si cerca lo straniero: ho fatto il mio percorso senza salti e non ho particolari rimpianti, è andata così e sono felice che sia arrivato il mio momento. Non era scontato. Ora conta di più puntare sui giovani, come sembra voglia fare la Juve con Rugani”. L’Empoli può essere un modello? “Ha lo stesso modo di giocare e di proporsi che ha avuto negli ultimi due anni in Serie B, quando ha centrato la finale dei play off e poi vinto il campionato. La società è stata coerente, fedele al progetto, e punta a far crescere i propri talenti. Basta vedere Rugani, Pucciarelli, Saponara… Tanto per fare qualche nome”. Quanti talenti ha visto fermarsi per strada? “Ricordo, ai tempi del Pavia, un giovanissimo compagno, Massaro, che sembrava un fenomeno. Il problema è giocare e avere spazio. Prendiamo Verratti, in Italia ha vinto un campionato di B e ora gioca in Champions. Ma di esempi su cui il calcio italiano non ha puntato ce ne sono tanti. Donati, Caldirola… In B c’è oggi Viviani che sta dimostrando di poter avere una carriera importante”.

Ma le voci di mercato distraggono davvero? “Queste voci debbono darci una carica in più. Ovviamente, come Sarri ci ricorda sempre, prima degli obiettivi personali, ci sono quelli collettivi: restiamo concentratissimi sul campo, dobbiamo raggiungere i 40 punti per conservare la Serie A. E’ quello che abbiamo tutti nella testa: alle trattative di mercato, che ovviamente fanno piacere e ci gratificano, soprattutto dopo anni passati in B e C, pensa il nostro procuratore. Il Milan e il Napoli sono grandi club. Ma Sarri ci tiene tutti sulla corda. Di chi sono tifoso? Simpatizzavo per la Juve grazie a mio babbo, ma non ero un vero appassionato da bambino”. Napoli o Milan per il futuro? “E’ presto per parlare di queste cose. Ma stiamo citando due club eccellenti, come si fa a scegliere?”. Ma è pronto per giocare in un centrocampo a due? “In passato mi è capitato anche a Empoli, con Aglietti. Dipende dall’assetto complessivo della squadra”.

Nell’ultimo turno, Empoli travolta dall’uragano Lazio: “Klose mi ha impressionato. Ma ci sono anche altri elementi, non così affermati, che stanno facendo la differenza. Non si vincono tante partite di fila. Prendiamo Candreva o Mauri. Sono davvero importanti. E poi si vedono le idee di Pioli, un allenatore che sa organizzare le proprie squadre e ha tanta concretezza”. La Juventus invece… “E’ stata un’altra gara. Abbiamo avuto delle occasioni e non le abbiamo sfruttate, però siamo stati in partita. Se giochi a Torino, crei e non segni, non puoi non perdere, ma abbiamo fatto bene a Napoli, a Milano, giocandocela con le nostre armi”. Sarri si arrabbia molto? “Si fa sentire con energia se non svolgi i tuoi compiti. Perché quando prepari una partita e poi sbagli, è giusto che chi ha la responsabilità tecnica del gruppo alzi la voce”. E la salvezza? Già conquistata? “Ora abbiamo due partite difficili. Con il Parma e poi con l’Atalanta. Dobbiamo restare concentratissimi”.

Fonte: gianlucadimarzio.com

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