Eppure se n’è andato (appena) un anno: ma ciò che resta del «primo» Napoli del 2012, d’una formazione intrufolatasi con autorevolezza e decisione (poi) nella storia, arrivando sino a Stamford Bridge, è ormai il ricordo, praticamente lo scheletro che ne conferma l’esistenza e ne certifica la destinazione in museo. Palermo, otto gennaio, dodici mesi fa: De Sanctis tra i pali e c’è, ci sarà; davanti: Campagnaro, Cannavaro, Aronica, ed è un settore smembrato dall’addio del centrale di sinistra (già a Palermo), dalla squalifica del capitano (fuori per sei mesi), dalla condizione di separato in casa dell’argentino (che a giugno andrà all’Inter); a centrocampo: Maggio a destra e non si tocca, ma a sinistra quel giorno c’era Dossena (pronto con le valigie) e in mediana, al fianco di Inler, correva come un matto Gargano. Davanti fu tridente, con Hamsik-Cavani-Pandev, i tenori intoccabili per due-terzi. Il tempo scivola via velocemente e il Napoli sta cambiando, anche al di fuori dal campo, dalla panchina: perché il mercato apre le porte per far accomodare volti nuovi e poi le lascia spalancate per salutare. Eduardo Vargas, un Natale dopo, ha smesso d’essere il colpo invernale: sta per congedarsi, destinazione nota, il Sud America per la precisione e nel dettaglio il Brasile, il Gremio o il San Paolo o il Flamengo, chi offre di più per un prestito (oneroso). E poi andranno via anche altri.
DIFESA – Bruno Uvini resta accompagnato da referenze di primo piano, ma con Mazzarri ha visto poco le luci del San Paolo e dunque aspetta che si concretizzi qualche trattativa: lo aspettano in Patria, dove ha estimatori, e dove il Napoli lo lascerebbe andare per acquisire esperienza e metter su minutaggio. Per ora (ma chi può dire cosa accadra poi?) sta buono anche Federico Fernandez, nelle gerarchie di sempre il vice-Cannavaro: le prestazioni con il Bologna sono state fatali e al centro della difesa il Napoli ha sistemato per una partita (a Siena) Britos, nell’attesa di scovare l’uomo giusto. Chissà quando approderà a Castelvolturno un altro concorrente, cosa penserà Fernandez, che in Germania ha corteggiatori e che nel Napoli rischia di restare un «secondo» in eterno.
CENTROCAMPO – La svolta a sinistra è annunciata e Andrea Dossena deve solo attendere l’ok, che al mercato sembra sempre imminente e poi rischia di diventare un tormento: il Palermo ha formulato la richiesta per il prestito, ha ottenuto un sì di massima, legato alla ricerca del Napoli di un omologo mancino del fluidificante in uscita. E poi c’è El Kaddouri che piace al Chievo e potrebbe avere l’opportunità di crescere in un ambiente sano, senza pressioni e con un’attenzione assoluta per i giovani. Ma c’è da riflettere su Donadel, riemerso dal tunnel con prepotenza, ormai guarito e valutato con curiosità da Mazzarri, disposto a tenerlo per inserirlo nel turn over inevitabile di febbraio. Lo volevano il Pescara ed anche il Torino, per i quali il mediano ha preparato una dignitosa riflessione, pari ad un no.
ALTRI – Il nodo è Vargas, il rispetto che si deve a quei dodici milioni di euro e ad un talento nel quale il Napoli comunque continua a credere. Ma in questo sessione straordinaria, Bigon cercherà anche «amatori» per Leandro Rinaudo, rimasto ai margini del Napoli e con un contratto comunque pesante in bilancio. Il mercato è un mondo di sogni.
Fonte: Il Corriere dello Sport
La Redazione
M.V.
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