finita com’era prevedibile dopo la sconfitta di Bologna, lo scivolone nella penultima giornata che ha rovinato le chance del Napoli di arrivare al terzo posto e qualificarsi per il preliminare di Champions: gli azzurri giocheranno nell’Europa League 2012-2013, il piazzamento dipenderà anche dall’esito della finale di Coppa Italia contro la Juve tra sei giorni all’Olimpico. Assente Cavani, ci sono stati i gol del terzino Dossena a far coltivare l’ultima illusione.
Pochi si aspettavano un lampo, forse l’ultimo, di Lavezzi: non c’è stato, infatti. Il Pocho ha ritrovato il posto da titolare dopo un mese, grazie alla squalifica del Matador, nella partita più complicata per lui: le consistenti voci sull’addio per questioni prettamente economiche hanno infastidito una parte molto ampia dei tifosi e così l’argentino, fino all’altroieri idolo intoccabile, ha raccolto soprattutto fischi. Ad un certo punto, è stato contestato anche quando è andato a battere un calcio d’angolo e a questo compito ha dovuto provvedere Hamsik. Lo stadio si è diviso, tra cori e fischi, nel finale di una partita che non ha cambiato il destino della stagione.
A riscaldare il popolo azzurro non è stato un gol di Lavezzi ma di Dossena, che in mezz’ora si è concesso addirittura una doppietta. Il mancino, schierato al posto di Zuniga nell’ambito del turnover in funzione della finale di Coppa, ha segnato i primi gol stagionali con due colpi da centravanti, il primo al 3′ su servizio di Hamsik, a sua volta attivato da Pandev, e l’altro al 34′ su assist di Campagnaro, dopo un pregevole tunnel a Terzi. Ma non è stata una partita in scioltezza per il Napoli perché dopo appena tre minuti dal primo gol di Dossena il Siena era riuscito a pareggiare con Destro, attaccante rivelazione in questa stagione e possibile volto nuovo della Nazionale di Prandelli: il lancio di Brienza aveva scavalcato centrocampo e difesa, bravo il giovane bomber del Siena a bruciare Cannavaro (infortunatosi in questa azione) e a cogliere l’imbarazzo di De Sanctis in uscita.
Sull’1-1 gli azzurri hanno faticato per trovare spazi perché Sannino, presentatosi in panchina nonostante la frattura di tre costole, ha confermato di essere uno degli allenatori più interessanti della nouvelle vague, proponendo in campo una squadra che si difende con abilità e sa cogliere i punti deboli degli avversari. Peraltro, l’assenza di Cavani si è fatta sentire e soprattutto si è avvertito il disagio che vive Lavezzi per le questioni di mercato: è stato a lungo fuori dal contesto, nel primo tempo neanche un tiro in porta, un assist o uno scatto degno di nota. A scuotere i tifosi, nel brevissimo arco di due minuti, hanno provveduto Dossena con il raddoppio e la notizia del rigore concesso al Catania, ma fallito dall’argentino Gomez, detto il Papu: un brutto segnale. Era complicata da giocare questa «partita» su tre campi per conquistare il terzo posto, il Napoli ha cercato di colpire ancora nella ripresa.
Si è presentato al tiro anche Lavezzi, punizione al 3′: tiro ampiamente al di sopra della traversa, sottolineato dai fischi del San Paolo, che ha legittimamente espresso un severo giudizio sulla prestazione dell’argentino. Il portiere Farelli è stato tempestivo sulle bordate di Inler e Hamsik da fuori, così come De Sanctis ha sfoderato un guizzo dei momenti migliori negato il raddoppio a Destro, attivato da Brienza dopo un contropiede che aveva spiazzato il centrocampo del Napoli (12′). Il Siena ha continuato a giocarsela mentre dagli spalti partivano non cori di incoraggiamento per gli azzurri, ma di offese verso la Juve, avversaria nella finale di Roma. E poi battibecchi a distanza tra i vari settori nel nome di Lavezzi, che ha chiuso questa partita a testa bassa. Nel finale De Sanctis salva su D’Agostino ed evita la beffa del pari.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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