Il campo …in campo. Gioca il San Paolo, il dodicesimo davvero. Decisivo spesso. Una spinta. Tre partite in otto giorni, tutte in casa e di fila. L’indirizzo alla stagione ha un domicilio preciso: Fuorigrotta. L’ombelico della passione, il centro di gravità permanente di tutti i progetti. Centocinquantamila e più i tifosi attesi. Campionato e Champions, le vittorie sono genuine, fatte in casa. L’Udinese sabato. E che spettacolo con Higuain e Di Natale contro. Poi l’Inter di Mazzarri, il ritorno che è suggestione. Un romanzo popolare. In mezzo, però, l’Europa da batticuore e una remuntada che è un sogno. Tre reti di scarto all’Arsenal. Febbre a novanta quella dei gunners. Vincere e stravincere. A meno che il Marsiglia non fermi il Borussia. E N’Koulou, un obiettivo di questo mercato, non stoppi Lewandowski, il bomber del Dortmund che è una minaccia.
FATTORE SAN PAOLO – Accorrete gente, accorrete. Promozioni e prezzi da occasione per il campionato. “Two match is meglio che one”, lo spottino viene come un ritornello. Udinese e Inter la “combinata nordica” da non perdere. I biglietti a prezzi stracciatissimi. Ne vedi due, ne paghi una: forse anche meno. Code ai botteghini e ricevitorie prese d’assalto. Vogliono esserci tutti. Il pienone è una prospettiva fisiologica con questo andazzo. Natale al cinema e allo stadio. La doppietta. E’ così da quando c’è De Laurentiis presidente. E allora si va. E soprattutto si ritorna. L’Europa l’appuntamento imperdibile. Con l’Arsenal si può fare la storia del club. San Paolo imbattuto tra Champions e Coppa dei Campioni. Serve l’impresa, passare il “girone della muerte” e vivere gli ottavi di finale da protagonista. Tutto in un’ora e mezza. Quella musichetta dolce per le orecchie e l’urlo “the Champions” che farà l’eco. Lo ascolteranno anche a Trafalgar Square. Una partita che sarà anche un po’ rivincita. All’Emirates più forti in tutto. In sessantamila più undici, la partita si può giocare. E vincere.
IL PIENONE – L’effetto San Paolo, la bolgia che ti avvolge e coinvolge. Qualcosa in più che una bella cornice di pubblico. Fuorigrotta sposta gli equilibri, fa la differenza, va in rete. E non solo quella virtuale, coi video dei tifosi poi cliccatissimi. Il gol è collettivo. La gente soffia, il Napoli corre di più. L’Udinese subito però. Quella che è da sempre di Totò Di Natale. Lo scugnizzo del gol ha sangue, piedi e cuore napoletano. Veste però bianconero, i colori della rivalità. Quella che è ormai anche di Walter Mazzarri. Quattro stagioni da leader. Una scalata dall’anonimato in classifica alle notti Champions. Sarà la sua prima volta da avversario. E chi se la vuole perdere.
TUTTI AL SAN PAOLO – Che in certe notti ha una magia che resta per sempre. Come i dati, storici più che statistici. Dieci anni quasi di De Laurentiis e tre partite sul podio degli spettatori. Tutte di C. Due con l’Avellino (64.626 in campionato; 63.153 nella finale play off), terza la Reggiana, un lunedì di gioia per 62.058 tifosi. Scene di euforia collettiva. Delirio per la categoria. La riduzione della capienza a 60.240 ha cambiato numeri e limitato i records. I pienoni veri soltanto con Juve, Roma e (quasi) Bayern Monaco. Tetto dei sessantamila sfondato e l’azzurro ovunque. Più di quella notte di Napoli-Chelsea che pure è il record d’incasso dell’era De Laurentiis: 3.153.376. Sono lontani i tempi di un altro San Paolo: 87.347 il top spettatori di sempre quella triste domenica del ‘79 col Perugia (1-1); 7 miliardi di lire invece i soldi contati dal cassiere (3,5 mln di euro al cambio) per la semifinale mondiale tra Italia e Argentina. Napoli c’è, sempre. C’è stata, ci sarà. Udinese, Arsenal e Inter, in fila per le emozioni. Accorrete.
Fonte: Il Corriere dello Sport