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Una Lazio da Scudetto batte la Juve: 3-1 all’Olimpico, primo KO per Sarri

Grande gara dei biancocelesti

Lazio batte Juventus 3-1: Luiz Felipe, Milinkovic-Savic e Caicedo ribaltano il vantaggio di Cristiano Ronaldo.

Il primo gol in trasferta di Cristiano Ronaldo non basta alla Juventus, che fallisce il controsorpasso ai danni dell’Inter in vetta alla classifica. Merito di una Lazio fantastica: Simone Inzaghi dirà di andarci piano coi sogni, ma i biancocelesti domano la Vecchia Signora. Vantaggio iniziale di CR7, a un soffio dall’intervallo Luiz Felipe sigla l’1-1. Il secondo tempo è tutto dei padroni di casa: Cuadrado lascia in dieci uomini i suoi, poi è Sergej Milinkovic-Savic, ispirato da un Luis Alberto in serata di grazia, a siglare il gol che di fatto decide la partita. I biancocelesti dapprima sfiorano e poi trovano anche il 3-1: Szczesny neutralizza Immobile dal dischetto, ma nel finale arriva anche il sigillo di Felipe Caicedo, il 3-1 perfetto per consacrare il magic moment della Lazio. Che vince una partita bellissima, diventa la prima squadra a battere la Juventus in questa stagione e si porta a cinque lunghezze dai nerazzurri primi in graduatoria. Andiamoci piano coi sogni, dirà Inzaghi. Ma la sua squadra ha vinto una partita bellissima, una partita che non varrà forse lo scudetto, ma merita sicuramente la copertina di questa giornata del nostro massimo campionato.

LE SCELTE INIZIALI: 11 TIPO PER INZAGHI, SARRI CON DYBALA E CR7 –
Fa formazione tipo per i biancocelesti: c’è Milinkovic a centrocampo, con Correa-Immobile lì davanti. Preferito Luiz Felipe a Bastos in difesa, Inzaghi conferma lo stesso undici visto nel 3-0 all’Udinese. Maurizio Sarri non regala sorprese, ma la Juve va in campo, oltre al ritorno di Szczesny in porta, con due altre novità rispetto all’ultima giornata: a centrocampo torna Matuidi al posto di Can con Pjanic e il confermato Bentancur. In attacco si rivede Dybala, preferito a Higuain come partner di CR7. Bernardeschi trequartista.

AVVIO A MILLE: LAZIO A RAZZO, PRESSING JUVE –
I padroni di casa respirano aria d’alta classifica e mettono in chiaro che vogliono continuare a farlo. La squadra di Inzaghi parte a mille, il primo squillo è di Immobile, che costringe alla chiusura in scivolata De Ligt su imbucata filtrante di Milinkovic. La Juve risponde sugli stessi ritmi: pressing alto e asfissiante degli avanti di Sarri, che non mollano un centimetro. Gara frenetica sin dai primissimi minuti, e l’arbitro non lesina interventi: dopo sei minuti il primo giallo, a Luis Alberto. Cinque minuti e anche Pjanic finisce sul taccuino dell’arbitro.

DYBALA SUONA LA SVEGLIA, CHE OCCASIONE PER BERNA –
Gli spunti offensivi della Vecchia Signora sono nel mancino fatato di Dybala. L’argentino tenta il gol alla Del Piero dopo una bella azione manovrata dei suoi: Strakosha vola e respinge. Poi sempre il 10 della Juve cerca il gol direttamente da calcio d’angolo: ancora attento il portiere biancoceleste. L’occasione migliore di questa primissima parte di gara capita sulla testa di Bernrdeschi: lancio millimetrico di Alex Sandro, stop magnifico di CR7. Il portoghese mette a sedere Radu e crossa da sinistra: sul secondo palo ci arriva, leggermente sbilanciato, Bernardeschi, che di testa impatta male e da una manciata di centimetri non inquadra lospecchio della porta.

ECCO CR7: ASSIST DI BENTANCUR –
Proprio Dybala dà il la all’azione che porta al primo gol della partita. Recupero della Joya e tocco verticale per Ronaldo, che di prima intenzione apre per Bentancur. Da destra, l’uruguaiano chiude il triangolo con un bel traversone teso: tutto facile a quel punto per CR7. Il portoghese apre il piattone, batte Strakosha e sblocca la gara. Soprattutto, ritrova il gol su azione, che gli mancava da 49 giorni. È inoltre la prima rete in trasferta del cinque volte Pallone d’Oro in questo campionato.

BENTA FA IL RONALDO, SI FA MALE E POI ESCE –
Tra una giocata pazzesca di Dybala e un Immobile che si ritrova la palla a due passi dalla porta juventina senza trovarla, sale in cattedra nel bene e nel male Bentancur. Il 30 bianconero stende Correa a un ciuffo d’erba dalla propria area da rigore e nell’occasione si fa male. Prova a restare in campo e regala all’Olimpico anche un’azione sulla destra “alla CR7”: veronica, due avversari saltati, tentativo di traversone non andato a segno. Poi alza bandiera bianca e al 40′ esce: dentro Emre Can, brutta notizia per Sarri, la cui coperta a centrocampo era piuttosto corta già prima di questa partita.

FINALE LAZIO, LUIZ FELIPE TROVA IL PARI ALL’INTERVALLO –
Gli ultimi minuti del primo tempo sono tutti per la squadra di casa. I capitolini si riversano con vigore nella metà campo della Juve, arrivando con pericolosità in area almeno un paio di volte. Tra queste, un’azione che avrebbe potuto portare al rigore ma viene giudicata legittima dall’arbitro Fabbri (non proprio in sintonia con uno dei suoi assistenti). Dopo gli sviluppi del corner, però, Luis Alberto mette una seconda palla sulla quale la difesa di Bonucci & Co perde completamente la marcatura di Luiz Felipe, che arriva di gran lena e con un perfetto tempo stacca più lesto di tutti: colpo di testa violento, nulla da fare per Szczesny. È 1-1, nell’esatto momento in cui scocca il 45′.

LA QUIETE PRIMA DELLA TEMPESTA, DYBALA SFIORA IL GOL –
Il secondo tempo si apre su ritmi bassi, che dureranno appena per un quarto d’ora. Luis Alberto ispira e prova anche a segnare, la Juve si destreggia tra le giocate di Dybala e le imprecisioni di Emre Can, tenendo il pallone senza costruire grossi pericoli per la porta di Strakosha. Proteste bianconere per il fallo di Luiz Felipe su Matuidi, non sanzionato da Fabbri. Poi è lo stesso portiere albanese, in combinazione fallace con Acerbi, a costruire una ghiottissima occasione per gli ospiti: palla regalata a Dybala, che prova a punire l’avversario. Gran risposta e redenzione immediata di Strakosha, che evita la figura fantozziana. Sul fronte opposto, Szczesny si rende protagonista di una perfetta uscita bassa a valanga su Correa. Poi la partita cambia drasticamente.

ROSSO CUADRADO, MILINKOVIC-SAVIC RIBALTA LA SERATA DELL’OLIMPICO –
Due azioni cambiano tutto. Prima, Lazzari scappa a Cuadrado su filtrante di Luis Alberto. Il colombiano lo stende, Fabbri inizialmente estrae il giallo perché la palla correva su una corsia esterna. Richiamato al monitor, il direttore di gara opta per l’espulsione: giustamente, perché l’esterno della Lazio sarebbe potuto arrivare senza troppe difficoltà a tu per tu con Szczesny. Juve in 10, tre minuti dopo Sergej Milinkovic-Savic riscrive la serata dell’Olimpico. Altro lancio filtrante dello spagnolo col 10, il serbo compare all’improvviso alle spalle di De Ligt e incrocia: Szczesny freddato, è 2-1 Lazio. In vantaggio nel risultato, in vantaggio di un uomo: sembra tutto in discesa.

SZCZESNY IPNOTIZZA IMMOBILE, C’È ANCORA PARTITA –
E potrebbe esserlo ancora di più, non fosse per quel gran portiere che la Juve ha tra i pali. Filtrante di Immobile per Correa, che salta secco Szczesny. Il polacco stende il Tucu, Fabbri non ha esitazioni e comanda il penalty. Dal dischetto si presenta lo stesso numero 17, capocannoniere del campionato: tiro a incrociare, il numero 1 della Juve vola a dire di no. E poi si ripete, sul tap-in dello stesso Immobile e sul’ennesimo tentativo dei giocatori della Lazio di bucarne la porta. È ancora 2-1, grazie a Szczesny la gara non finisce qui.

INZAGHI CI CREDE, OVAZIONE MILINKOVIC. E TRIS CAICEDO –
Fiutata la possibilità di una gara che varrebbe non soltanto tre punti, Inzaghi non abbassa il baricentro: fuori Immobile per Cataldi, ma fuori anche Milinkovic per Caicedo, a ribadire che la Lazio vuole restare alta e combattiva. Ovazione dell’Olimpico per il serbo, gol-winner della serata. Proprio l’ecuadoriano mette il sigillo finale sulla partita: ripartenza Lazio, Lazzari a tu per tu con Szczesny viene annullato dal polacco. Che poi però non può nulla sulla ribattuta facile di Caicedo.

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I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
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