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Una brutta Juve Stabia si accontenta di un pari ad Ascoli

Brutta prestazione quella della Juve Stabia (per il suo allenatore, Piero Braglia, «la peggiore fin qui disputata») in casa dell’Ascoli, ma un gradino in graduatoria i gialloblu lo hanno scalato. Un pari che costituiva risultato minimo contro la squadra penultima in classifica, che stenta sul proprio terreno. I marchigiani, negli ultimi tempi, erano andati a fermare prima il Sassuolo e poi la Reggina, risultati positivi inframmezzati dalla batosta al Del Duca per mano del Grosseto. Il contrario della truppa del vulcanico presidente Manniello (il quale ha tuonato per la mancata tutela di Sau, «ancora una volta martoriato»), che dall’inizio del 2012, in campo avverso le ha buscate sistematicamente, con la sola eccezione del pari a Brescia. Ma, conferito il giusto valore al passo avanti in classifica, è opportuno rimarcare la scialba prova della formazione stabiese, probabilmente fiaccata dalla fatica sul terreno pesante del Pescara martedì sera, scusante che può essere relativamente accampata, visto che parliamo di giovanottoni che sprizzano o, meglio, dovrebbero sprizzare, energie da tutti i pori. Il rischio, invece, è che la posizione raggiunta abbia fatto montare la testa a qualcuno. Rischio che il tecnico si ripropone di esorcizzare con fermezza, e già nel post-partita di Ascoli ha preannunciato che «nessuno è autorizzato ad illudersi, se si immagina di campare di rendita, allora si è sulla strada sbagliata». Poiché il pregresso sarà resettato, a partire già dall’importante impegno di sabato al Menti con il Torino. Insomma, una Juve Stabia remissiva, sempre passiva, mai propositiva, nonostante l’avversario non stazioni nei quartieri alti della classifica.
Braglia aveva disposto i suoi con un insolito 3-4-3 ma, trascorsi venti minuti, è stato costretto a rivedere la disposizione tattica, ripristinando il collaudato 4-4-2, oltre a ribaltare gli esterni offensivi Mbakogu e Raimondi entrambi latitanti, al punto da far muovere dalla panca Tarantino prima di metà tempo. La gara scivola via soporifera poiché i marchigiani si rivelano poca cosa. Fiammata bianconera al 1′ di recupero, Di Donato verticalizza per Soncin, che si incunea tra Molinari e Dicuonzo, ma Colombi legge alla perfezione l’azione e blocca con tempestività il tentativo ascolano. Dopo il riposo, ecco la scossa affidata a Tarantino e Scozzarella. Sau si blocca in piena area senza che sia stata rilevata una posizione di offside. L’Ascoli, che nella prima frazione pretendeva un rigore per fallo di mani di Maury, ora fa altrettanto con Baldanzeddu. Danilevicius in luogo di Mbakogu dà più equilibrio e respiro alla manovra. L’Ascoli ci prova con un paio di sassate da fuori, fuori bersaglio. Troppo poco anche per una Juve alquanto dimessa, che di positivo può esibire solo il punto in più.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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