Aveva previsto tutto. «Sapevo che il gol sarebbe arrivato». Pipita in love. Con il mondo intero. Gioia allo stato puro. Com’è? Chiedimi se sono felice. «Ero tranquillo, non mi sono fatto prendere dall’ansia, capita di avere momenti in cui non segni» . Poi ti sblocchi. Come è successo ieri a Gonzalo Higuain, «man of the match» per la Fifa, l’uomo che ha dato il giro di chiave all’Argentina per spalancare la porta della semifinale.
CHE GIOIA. «Sono molto emozionato» , ha detto poco dopo il fischio finale, mentre i suoi compagni facevano festa e ballavano al ritmo dei cori dei tifosi argentini. Il centravanti del Napoli spiega così la sua euforia. «Siamo di nuovo in semifinale dopo una vita (24 anni fa, a Italia ‘90 l’ultima volta, el Pipita non può ricordare: aveva tre anni, ndr), sono contento di aver regalato questa soddisfazione al mio paese» . Non sta lì a soffermarsi troppo sull’evolversi della sfida con il Belgio. «Conta solo il risultato. In queste cinque partite abbiamo dimostrato di saperci adattare a tutte le avversarie incontrate. E’ questo il nostro segreto». La promessa che segue è una conseguenza. «Ora vogliamo la finale» .
BRAVO GONZALO. Mentre il centravanti dell’Albiceleste sta parlando,dall’altra parte del mondo gli arrivano i complimenti tweettati dal presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. «Bravo Gonzalo, una grande partita, una semifinale meritata. E bravo anche Mertens. Pochi minuti bastano per mostrare di essere un grande giocatore» . Lontani i giorni, tre settimane fa, in cui si parlava di un suo possibile passaggio al Barcellona. Non segnava da quasi un anno: 14 agosto, 2-1 all’Italia all’Olimpico. «Era ora» . Poco più in là il ct Sabella lo elogia. «E’ stato molto bravo, ha giocato una grande partita» . Quando nella ripresa ha colpito la traversa dopo una fuga solitaria, Sabella in panchina è quasi crollato, un semi-svenimento per la gioia solo sfiorata.
IL SUO GIORNO. E’ il giorno di Higuain, 41 presenze con l’Albiceleste, 21 gol. Sabella, dopo l’esordio in panchina contro la Bosnia (ma quando entrò fece l’assist per il gol di Messi), gli ha sempre dato fiducia. Ora la semifinale di San Paolo, ultima tappa verso il Maracanà. «Voglio la finale» , ribadisce Gonzalo. Un pensiero, «El Pipita», lo dedica anche all’immenso Alfredo Di Stefano, la leggenda del Real e del calcio mondiale, ricoverato ieri a Madrid in condizioni critiche. «Non è una bella notizia per chi lo conosce e per il calcio. Mi è sempre stato molto vicino» .
Fonte: Corriere dello Sport
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