NAPOLI – Datemi il pallone e vi solleverò Rafa, lasciandogli scivolar via dalla pelle quell’eco di Parma (il «vaffa»), cercandolo in quel San Paolo ch’erutta felicità per abbracciarlo. Dategli il pallone, perché stavolta è suo: e in quello stadio che resta incantato a godersi quel Pipita stratosferico, tre reti in perfetto stile-Cavani quando incrociava la Lazio, la scena madre si consuma mentre intorno è gioia, è delirio di massa, è Higuain in ogni sua versione, dalla più riservata a quella più scanzonata, dalla timidezza presa a spallate alla sfilata per godersi quello spettacolo divino ch’è la folla in estasi: «Ma la verità è che anche io sono molto contento». La verità è in quella dimensione da favola, in quella Fuorigrotta che ha occhi soltanto per lui, in quell’inseguimento di sguardi che al triplice fischio demolisce l’insostenibile «pesantezza» degli esseri umani, travolti dall’insolito destino nella tormentata notte di Parma, e li spinge ad incrociarsi nel cuore del centrocampo, offrendo la visione riveduta e corretta d’un rapporto che tra Benitez e Higuain non era stato tormentato, semmai appena appena «agitato» da quel «vaffa» sussurrato alle stelle dopo la sostituzione del «Tardini».
A TE- E’ Napoli 4 e Lazio 2, è un Higuain che fa male (ancora) ad un’avversaria che sembra rappresentare l’identico portafortuna del matador, è uno show pure tenero, romantico, che quando ormai non c’è altro da fare che festeggiare, el Pipita allestisce di suo, sinceramente, prima ringraziando Reina per il lancio di 50 metri e poi indicando con l’indice della mano destra Benitez, quasi a dedicargli la tripletta o magari a ringraziarlo per averlo tenuto in campo, stavolta. La riconoscenza è il miele che si stampa sui titoli di coda, perché in quel vulcano ch’è divenuto lo stadio, Higuain va incontro a Benitez e l’abbraccia: «Ma io non dovevo nessuna risposta al mister. Io la sua fiducia la sento. Ho giocato come faccio sempre e però stavolta la palla è entrata. E’ una vittoria importante, che arriva dopo la sconfitta dolorosa di Parma. Non era semplice, visto com’era cominciato».
RIECCOLO – Ognuno è padrone del proprio destino, forse: certo che stavolta gli dei ci hanno messo qualcosa e l’incrocio «meraviglioso» con la Lazio – sei gol in tre partite – è glassa che cola nel macrouniverso d’un bomber capace di andare oltre le previsioni, di superare (ma stavolta si gioca di più rispetto al passato, eh!) il primo Maradona, di toccare quota ventiquattro, d’intravedere la vetta della classifica cannonieri, di scacciare qualsiasi pregiudizio dopo (appena) 450 minuti di black-out. «Era una partita importante e ci siamo trovati in svantaggio. Abbiamo rischiato qualcosa, ma la sorte probabilmente qualcosa ci ha dato, perché siamo riusciti a ribaltare la situazione ed a vincere. Io non penso ad altro, penso a questi tre punti che servono per la classifica e per il morale; e penso anche a questi tre gol, certo, perché segnare mi appartiene. Il successo lo volevamo tutti e a me interessa semplicemente aver aiutato il Napoli ad ottenerla». Higuain tridimensionale: come non s’era mai visto prima d’ora.
Fonte: Corriere dello Sport
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