Notte da Pocho. Notte di maledizioni cancellate in un attimo. Lavezzi esorcista e mago. La magia per guarire l’acuto malanno, il fastidio ingombrante che gli ha tenuto compagnia per un anno e un giorno.
IL LUNGO DIGIUNO Una nuvola malandrina che ha offuscato il cielo napoletano del Pocho. Cos’altro dire della lunga astinenza dal gol al San Paolo? Un digiuno da fachiro, 366 giorni di astinenza, mai una gioia per lui e per il suo popolo negli incontri a Fuorigrotta. Immagini di tristezza infinita. Lavezzi ne ha sofferto, fino a ritrovarsi schiacciato dal peso di un complesso. Buon gioco tanto, prestazioni da sette, ma vuoi mettere il gol a casa tua, davanti agli occhi dei tifosi imploranti? Visto da fuori, il Pocho sembrava farne una malattia. Il digiuno un po’ deve averlo immalinconito, triste lui e pure i tifosi. Un anno e un giorno senza gol al San Paolo: è dura per tutti. Occulto regista ha pensato di cambiare il titolo del film, confezionando una trama diversa e la conclusione sognata che cancella una lunga amarezza.
LA BICICLETTA Il regista occulto ha scelto una data, il 26 ottobre, una sequenza, e la location immaginata dal Pocho. Lavezzi è andato in bicicletta. Ha usato il gesto della bici per entrare in volata nella sua notte di incantesimi frantumati e maledizioni cancellate. Come centrate dalla colt, uno degli undici tatuaggi del Pocho. Il tempo di riportare Cavani nella sua posizione, al centro dell’attacco, lui relegato sull’out per 19 minuti, e Lavezzi si è ricollegato con la gioia. Bicicletta in corsa, venendo a rimorchio, il pallone impattato al volo di collo pieno, le gambe che disegnano nell’aria una forbice.
LA GRANDE GIOIA Un colpo alla gola dell’Udinese, imbattuta fino a quel momento e prima della classe in campionato. Uno sballo, serve altro? Lavezzi pazzo di gioia, anche di più il popolo sugli spalti. L’incubo dell’amato Pocho che al San Paolo non riusciva più a buttarla dentro. Felice il Napoli, grande con le grandi, era o no l’Udinese capolista, prima che il Pocho la svegliasse dal sogno? Bambina è la felicità del Pocho, tipica di chi ha sofferto nella vita e il bello se l’è dovuto sudare, svangando e lottando. Adesso è persino facile, liberato dall’incubo e dal complesso. Una compagna, la modella Yanina, un figlio, i quattrini. Il Pocho e il calcio si erano salutati, sembrava un addio. Lavezzi si era rimesso a fare l’elettricista nella ditta del fratello.
Fonte: Il Domani dello Sport
La Redazione
M.V.
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