Poi i «fratini» parlano e svelano il futuro. La verità, (quasi) tutta la verità è in quelle casacchine gialle che trasformano gli uomini in catarifrangenti, segnalazioni luminose da seguire (senza prenderle per oro colato): ventiquattro ore al Pescara, simulazione, schemi su palle inattive, e squadra che sembra disegnata. Nella testa di Mazzarri è già fatta, sul campo chissà: però dieci-undicesimi ci sono, annunciati, confermati, sottoscritti e persino confermati. De Sanctis tra i pali, ovviamente, e davanti: Britos a sinistra, Cannavaro in mezzo e Gamberini o Campagnaro, con il primo in vantaggio sul secondo. E’ l’unica perplessità, che resisterà sino al pomeriggio: ma le chanchse dell’ex viola sono maggiori rispetto a quelle dell’argentino. Dettagli.
Il resto è il Napoli degli attuali titolarissimi, quelli che vanno ritenuti tale in assenza di Behrami e di Cavani, fermati dal giudice sportivo per un giorno: Maggio e Zuniga restano i padroni delle fasce; Dzemaili è ormai il riferimento di metà campo, anche se stavolta gli toccherà il lavoro sporco, lasciando ad Inler qualche compito di regia; Hamsik va a danzare tra le linee, probabilmente con uno tra Pandev e Insigne che in fase di non possesso gli va a dare una mano. I numeri lo raccontano con un 3-4-1-2, le premesse lo annunciano d’attacco: è un Napoli per la Champions League non può far diversamente.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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