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Uefa, Ceferin stronca la Superlega: “Mai e poi mai. Chi la propone pensa solo a se stesso e non al calcio”

Il numero uno dell'UEFA stronca sul nascere le vellità di alcuni club

Intervistato da Marca, il presidente della UEFA Aleksander Ceferin ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla ripartenza del mondo del calcio dopo la prima ondata di Covid e sulla Superlega: “Sicuramente non è stato facile ripartire, bisognava stilare un protocollo, fare i test a tutti. Io credo che concluderemo la stagione, sebbene non dipenda solo dalla UEFA ma anche dai governi. Ad essere onesti, però, probabilmente il calcio è uno dei settori più sicuri, in nessun settore i lavoratori vengono testati con questa frequenza”.

Sul rinvio dell’Europeo 2020: “All’inizio non sapevamo cosa sarebbe successo, se avessimo insistito per giocare probabilmente avremmo fatto un danno ad alcuni club campionati, non saprei dire quanti sarebbero riusciti a sopravvivere. Ovviamente la decisione è stata quella giusta. Non era una questione di priorità. Se avessimo insistito per continuare con l’Europeo, sono certo che avremmo avuto problemi e non saremmo riusciti a portarlo a termine. Allo stesso tempo, le leghe non avrebbero potuto finire le loro competizioni. Ovviamente ogni decisione comporta un rischio quando non sai cosa accadrà in futuro, ma penso che chiunque sia in carica debba prendere decisioni con coraggio. Abbiamo deciso in base a quella che pensavamo fosse la soluzione migliore”.

Sull’assenza dei tifosi: “È difficile descrivere la sensazione che provi in uno stadio senza tifosi, è sicuramente molto triste perché il calcio appartiene ai calciatori e ai tifosi. Tutti gli altri, dirigenti, arbitri, delegati, la stampa sono una parte secondaria. Senza calciatori non può esserci calcio. Il calcio senza tifosi non può essere per sempre.

Infine chiosa sulla Superlega: “Per me la Superlega è fuori discussione. È il sogno di due o tre amministratori di calcio in Europa, quelli a cui non interessa la solidarietà. Non si preoccupano di nient’altro che di se stessi, danneggerebbero persino i loro club, ma probabilmente non lo sanno ancora. L’idea non è un’idea molto seria. È emerso dal trasferimento dell’ex presidente del Barcellona, ma penso che sia stata più un’idea populista o politica che un’idea seria”, ha concluso.

Fonte: TMW

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