In diretta a “Un Calcio Alla Radio”, trasmissione condotta da Umberto Chiariello su Radio CRC, è intervenuto Stefano Campoccia, vicepresidente dell’Udinese: “Tanti tifosi del Napoli alla Dacia Arena? Certo è vero. Una delle finalità della Dacia Arena è quello di creare quell’ambiente diverso da quelle guerre alle quali siamo abituati, che sono sempre meno in Europa e sempre più residuano in Italia. Si vuole creare un nuovo modello sia in fatto di pubblica sicurezza. È brutto vedere gli stadi vuoti per motivi di sicurezza. Chi fa queste cose non sa quanto fa male allo sport, che deve essere un momento di unione sociale. Esempi come il Dacia Arena consentono di sdrammatizzare questi eventi e acuiscono questo senso di guerriglia che di certo non educano. Idea Velazquez? Beh L’Udinese non è la prima volta che fa da apripista. L’esperienza consolidata da Gino Pozzo ha visto una scelta di rottura rispetto ad altri schemi. Qualcosa che si avvicina sempre di più come modello qualcosa che si avvicina alla Premier e vediamo il calcio italiano che si avvicina molto di più a modelli europei. Con tutte quelle che sono le conseguenze. Se andiamo a vedere il tatticismo italiano è ancora applicato, perché si è capito che anche un punto è importante. Con il Bologna ci siamo fumati anche un punto, quando forse un minimo di tatticismo in più ci serviva. Lasagna? La sua convocazione è stato un riconoscimento anche nostro, quello di aver fatto una scommessa su un giocatori italiani. Poi c’è Mandragora che è già stato convocato. A Velazquez è stato dato un bel progetto. Velazquez deve capire quando “parlare italiano”. Se riesce in questo possiamo davvero far bene quest’anno. Fofana al Napoli? Uno degli acquisti è Pradè che si occupa del mercato. L’Udinese è una gioielleria, prima o poi tutti vengono messi in vetrina a patto che vengano considerati come tali. Noi ci si aspetta molto da Fofana, da quest’anno è stato rimesso al centro del progetto. Ricordo quando venimmo a Napoli, Inler ha fatto un gol da trenta metri e credo che da quella sera De Laurentiis abbia comprato la maschera. Noi vorremo goderci ancora un po’ Fofana. Stadio? Faccio una premessa. Lei ha detto di sinergia col comune di Udine. In realtà dopo la seconda guerra punica (scherza ndr). Dopo la legge sugli stadi è stato anche favorito questo processo. È importante lo stadio per quel che riguarda l’offerta occupazionale sia per quanto riguarda l’idea di stadio che viene completamente rivalutata. Se vediamo le partite di Premier noi siamo ancora un po’ indietro. Anche la Spal che ha speso poco, ha valorizzato uno stadio piccolo. Il nuovo presidente dovrà stimolare queste nuove linee guide. Mi sembra che parliamo la stessa lingua con Giorgetti io sono consigliere e stiamo premendo per questo. Noi stiamo lavorando adesso allo stadio 2.0. Dopo aver lavorato sul match day stiamo lavorando sul non match day. In questo la sinergia col Comune c’è e va bene. Serve anche un società che sappia investire. Quando penso a Pozzo penso ad un grande imprenditore che ha fatto un investimento non solo per la società, ma anche per la storia della città”.
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