Il selfie più bello lo fa la Juventus alla propria classifica: di nuovo a +3 sulla Roma! Quella archiviata è stata una giornata di campionato di quelle che potenzialmente segnano un momento spartiacque della stagione. La vittoria che la Juve coglie a Napoli, dopo 14 anni di astinenza, consegna alla Juventus il titolo di Campione d’Inverno con una giornata di anticipo. Una vittoria tanto più preziosa perché è maturata mentre tutta l’Italia anti juventina si aspettava il sorpasso della Roma, bloccata invece sul pari nel derby contro la Lazio. Inoltre il calendario che si prospetta sembra poter ingolosire i bianconeri. I prossimi due turni sembrano infatti messi lì apposta (ma non ditelo a Rudi Garcia!) per allungare ancora. Mentre la Juve se la vedrà allo Juventus Stadium prima con l’Hellas Verona e poi con il Chievo, Totti e compagni sono attesi da due turni più insidiosi viste le due trasferte consecutive a Palermo e Firenze.
I numeri del campionato continuano a essere tutti dalla parte della Juventus. Miglior attacco e miglior difesa (38 gol fatti e 9 subiti). Quello della squadra di Allegri non sarà il ruolino dell’irripetibile passata stagione dei 102 punti, ma la sua Juve si è imposta a Napoli laddove il suo predecessore non era mai riuscito. La differenza non l’hanno fatta tanto i millimetri per cui (forse) Martin Caceres era in fuorigioco in occasione del gol del secondo vantaggio bianconero. Mi trovo invece più d’accordo con Max Allegri quando inquadra la differenza nel fatto che, mentre a Doha, a una manciata di minuti dalla fine, un rimpallo ha favorito il pareggio di Gonzalo Higuain, questa volta il tiro dell’argentino ha incocciato nel gambone di Giorgio Chiellini proteso alla disperata per deviare giusto di una spanna oltre il palo la conclusione dell’attaccante napoletano. Poi è arrivato il sigillo in contropiede di Arturo Vidal e il fischio finale, prima che in sala stampa piovessero le lacrime napulitane di Rafa Benitez e si propagassero nel web i grotteschi tweets di Aurelio De Laurentiis all’insegna del rinomato chiagni e fotti, di cui è notoriamente intrisa la cultura popolare napoletana. Ho apprezzato in particolare la chiosa di Leonardo Bonucci, che in sala stampa ha replicato da par suo al tifoso giornalista che domandava:“La musica è ben diversa in Europa per la Juve. E’ solo per colpa del fatturato o per qualche errore arbitrale che c’è in Italia?” La risposta: “La differenza è che noi siamo agli ottavi di Champions e voi in Europa League”. Passo e chiudo.
Il derby Roma-Lazio è stata l’altra partitissima di giornata. Stranamente, mentre sul sospetto fuorigioco di Caceres in Napoli-Juve, le tv hanno rispolverato la moviola in grande stile arrivando a raschiare il fondo del barile per una questione di millimetri (per poi scoprire, dopo un’ora di commenti inutili degli opinionisti Sky, che Christian Maggio teneva probabilmente in gioco il difensore bianconero), nel caso del gol con cui Francesco Totti ha accorciato le distanze, è stato praticamente ignorato dai media che si è trattato della finalizzazione di un’azione viziata da due netti falli di gioco ai danni dei laziali, prima di Parolo e poi di Djordjevic. E’ sembrata in linea la posizione di Totti rispetto all’ultimo difensore, ma stranamente non è stata proposta un’immagine allineata che chiarisse una posizione assimilabile a quella che in serata avrebbe riguardato Caceres. Un peso e due misure, un’abitudine quando c’è di mezzo la Juventus. Con quel gol è iniziata la risalita della Roma, riuscita ancora una volta a rimontare due gol di scarto, ma anche stavolta sulla spinta di un’interpretazione arbitrale fortunata per i giallorossi. Fra Roma e Lazio il pareggio è stato comunque il risultato più giusto e il trentottenne capitano giallorosso ha avuto il grande merito di tenere a galla la sua Roma in una partita in cui le stelle dei più attesi Pjanic e Nainggolan non ha brillato particolarmente.
La Lazio è ora la terza forza del campionato, seppur tallonata dal Napoli e la Sampdoria, vittoriosa di misura sull’Empoli. Fuori dai posti che contano per l’Europa c’è bagarre con 7 squadre che inseguono i posti che contano racchiuse nello spazio di 4 punti. La Fiorentina, che batte il Palermo scavalcandolo in classifica, affianca il Genoa in serie negativa, che a San Siro contro l’Inter coglie la terza sconfitta nelle ultime 4 partite. Poi ci sono le milanesi, con il Milan che a Torino, contro i Granata, ha strappato un punto che ha fatto più male di una sconfitta per come è maturato. Risale l’Inter che seppur un punto dietro il Milan, 6 squadre davanti e 6 punti da recuperare sulla terza in classifica, sembra la società che crede di più nel terzo posto finale in classifica. L’effetto Mancini sta rianimando una piazza depressa, ma il rischio di allucinazioni è molto forte. La mini serie positiva interista è di 4 partite (2 vittorie e 2 sconfitte) in cui i nerazzurri hanno fatto gli stessi punti di Juve, Roma e Lazio che, alla stregua, dei fatti, è insieme al Napoli, la candidata più credibile alla terza piazza. In coda Parma e Cesena sono sempre più ultime con il Cagliari che, vincendo lo scontro diretto con i cesenati, stacca di ben 6 punti l’ultimo posto e accorcia la classifica con le squadre che la precedono. Dal Torino in giù non si può stare troppo tranquilli, il terzultimo posto è ora un po’ più vicino.
Fonte: TuttoJuve.com
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