Tutti pazzi per Matteo Darmian. Il laterale del Torino, tra i migliori nel panorama nazionale da un paio d’anni, ha visto accendersi i riflettori di mercato su di sé negli ultimi giorni, finendo protagonista di una delle notizie più chiacchierate di ieri sera. Il Manchester United avrebbe infatti bussato alla porta dei granata con una valigetta da 20 milioni di euro, la valutazione che il Napoli ha inseguito inserendo contropartite ritenute non soddisfacenti dalla società di Cairo, la valutazione che la Roma stava cercando di abbassare con un altro tentativo dell’ultimo minuto. Una valutazione che, vista ad inizio mercato e forse anche adesso in maniera oggettiva, potrebbe sembrare alta, per un giocatore che ha fatto benissimo, ma tutto sommato è pur sempre un terzino, forse il ruolo più bistrattato nel mondo del calcio. Eppure, la risposta viene facile: è il mercato, bellezza. Prima il Napoli, poi la Roma, adesso il Manchester United: tre club di prima grandezza, come potrebbe essere inferiore la richiesta del Torino?
Cresciuto nelle giovanili del Milan da difensore centrale, perfetto per la difesa a tre, Darmian ha trovato la consacrazione alla preziosa scuola di “Mr Libidine”, quel Giampiero Ventura che da anni cresce talenti e riesce a farli imporre, soprattutto se si tratta di esterni, a livello nazionale e non solo. La strada da Milano a Torino, per la verità, è stata abbastanza lunga: prima una deviazione a Padova, in Serie B, poi un viaggio verso sud a Palermo, due piazze che hanno capito di avere qualcosa di interessante per le mani, ma non sono riuscite a valorizzarlo. Subito titolare all’ombra della Mole, insediato sulla fascia, destra o sinistra poco importa, ha prima dimostrato la propria qualità in fase difensiva e infine ha ottenuto la possibilità, offertagli da Ventura nel club e soprattutto da Prandelli in nazionale, di pensare meno ai compiti difensivi e sganciarsi con maggior frequenza. Nella sfortunata spedizione brasiliana dell’Italia è stato uno dei pochi a salvarsi; sperava di farsi nuovo Grosso, ma Rio de Janeiro è stata molto meno clemente di Berlino e anche il buon Fabio avrebbe avuto difficoltà ad imporsi se la squadra non avesse girato a cento all’ora.
Adesso, la grande chiamata: bisogna capire che accento avrà la sua prossima città, se quello pieno e solare di Napoli, quello ridanciano di Roma, quello francamente difficile da comprendere dei Mancunian. Cairo chiedeva una nuova offerta, adesso è arrivata: difficile trattenere il proprio gioiello, che a 25 anni si è preso con merito la possibilità di affrontare tre dei palcoscenici più emozionanti d’Europa.
Fonte: tuttomercatoweb.com
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