Forse è vero, il diciassette non è più un numero che porta sfortuna. Dopo quasi diciassette anni (dicembre ’94, erano le domeniche dei «fratellini» allenati da Boskov) il Napoli ha travolto l’Inter al Meazza, proprio nella notte in cui non c’era Cavani, fermato dall’infortunio alla caviglia destra. Se una squadra vince in maniera così netta senza il bomber che ha segnato 26 gol nell’ultima stagione – anche se favorita dalla superiorità numerica causata dall’espulsione di Obi al 41′ del primo tempo – significa che ha grandi risorse morali e tecniche. Mazzarri ha potuto festeggiare i suoi primi cinquant’anni con una vittoria che dà ulteriore forza ai sogni scudetto del Napoli e della sua gente, a quattro giorni dal primo successo in Champions League che ha consentito agli azzurri di scavalcare nella classifica del girone nientemeno che il Manchester City.
Tre gol al Milan e tre all’Inter nelle prime giornate di campionato sono il chiaro segnale delle capacità del Napoli, un formidabile gruppo che il suo allenatore ha saputo plasmare in due anni di intenso lavoro. La fase di attesa del match è stata spezzata a tre minuti dalla fine del primo tempo quando Rocchi ha generosamente concesso il rigore per l’intervento di Obi su Maggio, lanciato da Campagnaro. La scorrettezza era cominciata fuori area, tuttavia l’arbitro – ricordato dagli azzurri per precedenti negativi al Meazza con entrambe le milanesi – ha espulso l’interista, già ammonito, e spinto Hamsik sul dischetto. Julio Cesar ha ribattuto il tiro, però lesto è stato Campagnaro a scaraventare il pallone in porta, facendo esplodere di felicità l’ampia porzione di tifosi azzurri. Quelli dell’Inter si sono infuriati, perfino Ranieri ha perso l’abituale aplomb, protestando duramente con Rocchi al rientro negli spogliatoi e, per questo, espulso. Prima del gol di Campagnaro (seconda rete per il difensore), poco il Napoli aveva concesso all’Inter, che si era presentata con Pazzini.
Buono era stato l’avvio di Maicon, tuttavia Zuniga aveva saputo prenderne le misure e limitarne la furia sulla fascia sinistra. De Sanctis aveva commesso un errore (24′) ma non fatale perché il gol di Pazzini, sulla difettosa respinta del portiere, veniva annullato per fuorigioco, segnalato dal guardalinee Romagnoli. Il Napoli, in vantaggio e in superiorità numerica, ha preso il sopravvento. Inserito Nagatomo al posto dell’affaticato Chivu alla fine del primo tempo, Ranieri non ha effettuato ulteriori interventi per ovviare all’inferiorità numerica, dovendo recuperare il gol e quindi scoprirsi. E di queste crepe hanno approfittato gli azzurri, azionando il contropiede al minimo errore. Prima Lavezzi ha sprecato perché ha cercato il numero, poi Maggio ha colpito con un pallonetto dal limite su servizio di Mascara, bravo ad approfittare di un liscio di Nagatomo. È stato il colpo di grazia per l’Inter, che è stata poi umiliata dalla terza rete, a un quarto d’ora dalla fine (e prima Zuniga aveva clamorosamente lisciato davanti alla porta su assist di Hamsik). Lavezzi ha perforato il debolissimo muro nerazzurro e ha lanciato Hamsik davanti a Julio Cesar: un colpo di biliardo, il pallone alle spalle del portierone brasiliano, festa di Marek per il gol numero 50. Magia Napoli.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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