Eppur si muove. Il cambiamento, quasi impercettibile, è emerso durante il ritiro di Dimaro. Prove, esperimenti che magari potrebbero avere un seguito nel prossimo futuro. L’attenzione è rivolta al centrocampo, il reparto che più fa discutere per le ragioni più disparate: mercato, equilibrio, rendimento. Lo stesso Benitez ha spesso citato le trentanove reti subite lo scorso anno addebitandole di fatto ad una scarsa propensione al possesso, alla gestione della sfera. Serve dunque innalzare il tasso tecnico del reparto attraverso nuovi innesti, ancora da reperire. Occorre, al tempo stesso, offrire una migliore copertura al pacchetto arretrato, molto spesso preso d’infilata. Ecco perché si ragiona su possibili novità di carattere tattico che potrebbero portare benefici ad alcuni singoli e più in generale alla squadra. Il tecnico spagnolo, nel corso del “soggiorno” in Val di Sole, ha sperimentato il “rombo”, con Gargano vertice basso, assistito da due interni con libertà d’inserimento. E’ chiaro che la mansione, assai delicata, non potrà essere svolta dall’uruguaiano che comunque si è ben disimpegnato in Trentino.
Parola al mercato dunque, con il Napoli che andrà alla ricerca di un calciatore di un certo spessore, in grado di offrire garanzie in entrambe le fasi. Da qui la caccia a Mascherano e Gonalons, esauritasi poi in una nulla di fatto per motivi diversi. Il profilo però è chiaro: si cerca un interprete non necessariamente appariscente, un elemento in grado di dettare i ritmi, bravo nel fraseggio e nella costruzione del gioco ma pronto all’occorrenza ad interrompere le sortite avversarie. Caratteristiche non appartengono a Fellaini che, considerando le peculiarità fisiche e tecniche, potrebbe agire come intermedio al fianco di Hamsik o dello stesso Jorginho. L’altra ipotesi, tutt’altro che peregrina, conduce al 4-3-3. Solito vertice basso, come detto ancora da individuare e addio al trequartista. Un “play” e due mezzali, con il rifinitore ricondotto qualche metro più dietro per comporre una linea a tre. Lo schema è stato provato in quel di Dimaro ma sempre senza Hamsik; si sono alternati Dzemaili, Inler, Behrami e Jorginho. Il capitano è stato sempre impiegato a ridosso della punta, libero di trovarsi la posizione migliore per rendere al meglio e per cancellare le ombre della scorsa annata. L’idea di base, al di la delle osservazioni di cui sopra, resta comunque ancorata al 4-2-3-1, modulo che lo spagnolo predilige. Lo stesso De Laurentiis, a più riprese, ha elogiato lo “schema europeo”, adottato dai top club, Bayern Monaco su tutti. C’è la benedizione del Presidente, ci sono le convinzioni del tecnico ma persistono margini di manovra. Le prove svolte durante il ritiro saranno con ogni probabilità riproposte, se non dall’inizio più avanti, magari in determinate situazioni o a partita in corso. Il nuovo Napoli proverà ad essere meno rigido e più camaleontico.
Fonte: Il Roma
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