Fatta, quasi fatta: ma affinché sia già fatta (e senza ombra di dubbio) servirà la rifinitura, il momento-topico della settimana, quel concentrato di riflessioni nelle quali infilare ogni cosa, pure l’apparente, inutile dettaglio. E’ fatta ma è soltanto quasi fatta: perché per (ri)fare il Napoli tra difesa e centrocampo, sarà necessario e anzi indispensabile portarsi avanti con i ragionamenti, (ri)verificare il libro-segreto (che contiene ogni dato), poi osservare il campo e decidere. Non c’è De Sanctis e c’è Rosati, naturalmente: l’avvicendamento naturale tra il titolare e la sua principale alternativa; poi non c’è Campagnaro e qui bisogna interrogarsi, perché in organico ci sono una serie di interpreti del ruolo che hanno propensione e caratteristiche naturali: ballottaggio. Poi c’è il Napoli, quello dei titolarissimi, quello che concede garanzie assolute, quello che è stato attrezzato attraverso le gerarchie della stagione e le convinzioni di Mazzarri: ma non è scontato che contro il Cagliari si riparta da loro, perché poi la trasferta di Pescara richiederà comunque la partecipazione (attiva) di chiunque, nessuno escluso. E poi ci sarà l’Inter. E poi… Quattro punti di vantaggio sul Milan rappresentano un bel tesoretto, ma quando mancano sei partite alla fine non ci sono sicurezze in giro e basta sbagliare una sola mossa per ritrovarsi con il fiato del diavolo sul collo. Il sabato, poi, a questo serve: a sistemare in fila, là in mezzo, le varie letture d’una partita virtuale e mandare in campo il miglior Napoli per fargli giocare quella reale. Fatta, è quasi fatta: ma del doman non v’è mai certezza.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
