In “cromoterapia” il colore azzurro è calmante e rinfrescante. Per le teorie di settore, è un colore che riduce le tensioni, modera lo stress e fa dimenticare i problemi di tutti i giorni. D’altronde è accostabile alle tonalità del cielo e del mare, luoghi di relax e poesia, e alle maglie del cuore che nei match del San Paolo disegnano traiettorie ipnotiche, di rapimento e (a volte) d’estasi. Allora i conti tornano: anche quell’azzurro stimola le fantasie, amplifica le percezioni e fidelizza, tenendo lontani stress e problemi quotidiani. Il colore azzurro, quello del Napoli, fa anche molto di più. Muove le masse, ampliandone il raggio d’azione, andando a toccare mete impensabili (sino a qualche anno fa) in Europa e nel mondo intero. Si potrebbe arrivare, secondo alcune stime, a contarne oltre sei milioni nel globo, una vera e propria megalopoli fluttuante. Lo zoccolo duro è, naturalmente, quello cittadino, dove ogni cosa ha il suo tempo. E adesso è tempo di abbonamenti.
IL CAROVITA– Tutto è aumentato in maniera esponenziale, inutile dirlo adesso c’è l’euro. Non tutti quelli che potevano permettersi un abbonamento 25 anni fa adesso posso farlo. In proporzione ai redditi non c’è corsa: molto più costoso adesso e, negli ultimi anni, varie volte ritoccato. Quindi, per molti inaccessibile. E poi la tendenza al biglietto last-minute ha fatto il suo, assieme al numero di partite disputate nell’arco dell’annata. Molte di più. Nella scorsa stagione il dato positivo è invece rappresentato da quel milione e 100mila spettatori totalizzato sui tre fronti. Si cambia quindi: quest’anno niente ritocchi, si lasciano le cose come stanno, provando a invertire di nuovo il trend, semmai per ritornare almeno a quota 25mila.
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