Ma il dato statistico, supportato da altre cinque reti nelle Coppe Europee, nonché una serie di assist, aiuta a capire la rapidità di inserimento di Higuain in un contesto del tutto nuovo e in un campionato estramemente tattico. El Pipita è stato capace di far dimenticare anche un bomber della prolificità di Cavani. Non fosse altro per le capacità tecniche sfoderate in ogni zona del campo: dall’abilità nel leggere le giocate, alla precisione chirurgica nel trafiggere i portieri avversari; dal modo di calciare i rigori, a quello di dialogare con i compagni nelle controfughe (in particolare con Callejon). Insomma, un attaccante moderno e completo, un giocatore in grado di fare reparto da solo e di esaltare la folla con i suoi numeri. Non a caso, alcune scuole calcio, tra cui la Vitalreal di Marianella, hanno registrato i gol dell’argentino contro la Lazio per mostrarli ai loro giovanissimi allievi. Tre esecuzioni da manuale del calcio. Tre perle che proiettano Higuain tra gli aspiranti più seri al titolo di capocannoniere del campionato italiano.
Per Higuain si profila un Mondiale da protagonista. In questi mesi ha maturato ulteriori esperienze nel districarsi in spazi stretti e divincolarsi da marcature ferree. El Pipita è pronto a trascinare l’Argentina sul podio del calcio mondiale. E se il suo rendimento ha sorpreso una parte dei tifosi partenopei, non è stato certo così per Rafa Benitez che l’ha anche sostituito qualche volta ma che è stato il primo a credere nelle sue potenzialità ed il primo ad indicare a De Laurentiis e Bigon il suo nome. Lavorando anche personalmente al buon fine della trattativa. Fu lui infatti che contattò l’attaccante per illustrargli il nuovo progetto. «Ho la fortuna di parlare in spagnolo con lui e ci capiamo in attimo. Con Gonzalo ho un rapporto fantastico. E sono sicuro che può fare ancora di più ecco perché certe volte provo a pungolarlo», ha dichiarato il tecnico del Napoli al termine della sfida con la Lazio.
Quella di Higuain ha un sapore diverso per come è scaturita: dopo quattro gare di digiuno ed un evidente malcontento per le sosituzioni. Non solo, El Pipita ha saputo coinvolgere a tal punto il pubblico del San Paolo nella sua esultanza che nessuno voleva abbandonare più gli spalti tanta era la gioia. Mentre lui continuava a mostrare alla gente quel pallone che si portava a casa per la prima volta, ringraziandosi ed inchinandosi. Proprio come usava fare il grande Diego.
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