Uno per tutti e il Napoli per Cavani: in un’ora e mezza in cui l’unione dovrà servire per ritrovare la forza, in un pomeriggio d’un giorno da leader con cui blindare la Champions, in novanta minuti da attraversare senza un minimo di paura, perché quando il gioco si fa duro i talenti puri si (ri)mettono a giocare. Tutti per uno e Cavani per chiunque: perché in quel tunnel spalancatosi dinnanzi a sé – inaspettatamente – il ventisette gennaio scorso, s’è accesa una luce, pur nella malinconia della sconfitta, e dal blitz di De Laurentiis sino all’estremità d’una vigilia (pubblicamente) arricchita di riferimenti da Mazzarri («siamo con lui, lo aiuteremo a segnare e lui ci aiuterà a vincere») piovono gocce di miele utili ad addolcire l’umore, a spargere nell’atmosfera quel senso di familiarità più indispensabile che utile.
IL BOMBER C’E’ – Il paradosso d’una vita spericolata è in quelle cifre mai aride che addobbano il percorso d’un uomo speciale: ventisette gol quest’anno, novantatré in circa tre stagioni, centouno in serie A; e poi – da Parma in giù – settecentoventicinque minuti di astinenza (che fanno settecentosessantadue tutto compreso, con l’Europa League ed i recuperi) ed un’astinenza che stride con il famelico cannibale, un goleador da quaterne e da triplette, il capocannoniere che s’è portato avanti con il lavoro e che però adesso sente sul collo il fiato di El Shaarawy e (soprattutto) quello del Milan, da tenere a distanza.
CALMA – Ma in quel tormentato buio che gli è calato professionalmente intorno, s’è sentito l’eco delle parole amiche dei compagni, il conforto di De Laurentiis e la fiducia riposta in lui da Mazzarri: e, all’improvviso, è spuntata la tranquillità di chi sa di dover convivere con i riflettori e l’occhio di bue puntato addosso. Il gol, la tendenza-Cavani, è sintetizzata dalla storia personalissima da un’escalation che l’ha trasformato in Re Mida, un soggetto dal desiderio da sessantatré milioni di euro per tentare di rescindere una coppia di fatto: Napoli, per lui, è una scelta e pure il desiderio di «lasciare il segno», magari di avvicinare Diego – che è a centoquindici – e comunque di riconquistare ciò ch’è stato lasciato appena un anno fa.
AVANTI – Palla al centro e pedalare, alla ricerca di Cavani, con il Napoli che a sfidare l’Atalanta attraverso una mini rivoluzione obbligata dalla sconfitta di Verona e dalle esigenze, utilizzate da Mazzarri per intervenire in difesa (dentro Cannavaro dopo la squalifica e Gamberini al posto dell’ancora convalescente Britos), a centrocampo (Inler in panchina per rifiatare e Dzemaili a fare il regista, ciò che gli piace) e pure in attacco (largo a Pandev, come da gerarchia, con Insigne pronto per l’uso a gara in corso). Ma è la domenica del matador: tutti per uno, il Napoli è per Cavani, l’uomo per combattere la crisi.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.