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Tutino,il ragazzino prodigio: «Vinciamo la Coppa!»

I compagni di squadra lo chiamano GT7 in onore del suo idolo Ronaldo

Centro Kennedy ai Camaldoli. Qui crescono i fratellini di Lorenzo Insigne, qui c’è il quartier generale del settore giovanile del Napoli. Ed è qui che ha mosso i primi passi in azzurro anche Gennaro Tutino che 17 anni li compirà solo il 20 agosto e che ha stregato tutti mercoledì sera contro la Juventus, nella finale di Coppa Italia Primavera. Gli azzurrini, con il pareggio strappato, accarezzano il sogno di riportare a Napoli la Coppa Italia, conquistata solo una volta, nel 1997.
La squadra Primavera di Saurini, che invece lavora a Castelvolturno al fianco dei grandi, non smette di stupire e ogni volta mette in vetrina un nuovo talento. Non solo Roberto Insigne, fratello più piccolo dell’ex pupillo di Zeman, ma anche una sfilza di baby campioni da seguire passo dopo passo con attenzione: Palma, Fornito, Palmiero, Gaetano, Allegra, Nicolao e tanti altri. Tranne Fornito, per intenderci, tutti campani. Tutti prodotti fatti in casa. Come la marmellata.
Ma GT7, come lo hanno ribattezzato i compagni del Napoli Primavera in onore di CR7, ovvero Cristiano Ronaldo (e il gol alla Juventus ricorda non poco i gol del portoghese), di questa «Cantera» made in Napoli è divenuto d’improvviso una stella. Con un’unica specialità: stupire. Lo fa da sempre: era tra i più piccoli quando giocava nei Giovanissimi, tra i più piccoli quando militava negli Allievi e tra i più piccoli ora che gioca nella Primavera.
Il ragazzino è il copione perfetto dello «scugnizzo» che cresce nel settore giovanile del Napoli: entra a 12 anni, scalando tutte le formazioni giovanili fino all’esordio in Primavera il 3 dicembre del 2011 contro il Gubbio. E debuttò subito con una doppietta.
Gaetano Fedele è il suo manager: la sua squadra di scopritori di talenti (Tortora, Pipolo, Sinno) lo ha scovato quando nel Napoli muoveva timidamente i primi passi. «Un talento naturale, un ragazzo con dei numeri da fuoriclasse», spiega. Tutino, che è parente di Salvatore Matrecano, ex difensore del Napoli, muove i primi passi nella Juve Domizia, la scuola calcio con sede a Giugliano: nei Pulcini gialloblù conquista una serie di provini con Inter, Juventus, Brescia e Atalanta. Non molla: vuole il Napoli. E nel 2008 arriva nel settore giovanile azzurro. Segna 30 gol tra Giovanissimi Provinciali e Regionali. Nel 2011 trascina i Giovanissimi nazionali a un passo dallo scudetto e con 16 reti è il vice-capocannoniere degli azzurri.
Il ct dell’Italia Under 17 Daniele Zoratto lo nota e lo porta con sé in un ritiro in Danimarca. «Non vedo l’ora di giocare la gara di ritorno al San Paolo, lo stadio della mia città: non vi ho mai giocato. Così come non avevo mai giocato allo Juventus Stadium: sono gli stadi dei grandi e l’emozione è sempre molto grande», ha spiegato Tutino dopo aver fatto gol alla Juventus. Gaetano Fedele spiega ancora: «Quello del Napoli è un settore giovanile che ha fatto passi da gigante negli ultimi anni. I ragazzi, pur senza mettere fretta a nessuno, devono avere la possibilità di trovare subito spazio in squadra di serie inferiore».
Nel frattempo, quella «scugnizzeria» di De Laurentiis sforna talenti e successi. Sotto la guida di Francesco Barresi, il responsabile del settore giovanile, uomo di fiducia del ds Riccardo Bigon che lo ha scelto personalmente dopo averlo conosciuto a Reggio Calabria. Barresi ha 30 anni. E ha un record che ha convinto il Napoli a portarlo via dalla Reggina: nella speciale classifica dei club che avevano portato in prima squadra, il maggior numero di ragazzi del proprio vivaio, la Reggina si posizionò solo alle spalle dell’Athletic Bilbao. Proprio il sogno di De Laurentiis.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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